Un possibile ricorso d’urgenza alla Corte europea dei diritti dell'uomo (Cedu) e l'interessamento delle gerarchie della Chiesa: per la questione Alfredo Cospito si aprono due nuove strade, hanno spiegato ieri pomeriggio in una conferenza stampa al Senato il suo avvocato Flavio Rossi Albertini e il presidente di A buon diritto, Luigi Manconi. Tutto per scongiurare la morte dell’anarchico al suo 134esimo giorno di sciopero della fame. «Ha perso 50 chili», ha detto il suo legale in apertura.

«Dopo la pronuncia della Cassazione ha voluto sospendere gli integratori ma il morale è fiero, determinato e convinto delle proprie ragioni e speranzoso di vincere la sua battaglia - ha proseguito - che è una battaglia per la vita, non per la morte, perché non ritiene il 41 bis vita. Non ha aspirazioni suicide». Ma, comunque, «è determinato ad andare avanti». Per questo il difensore insieme all’avvocato Antonella Mascia sta valutando, considerati i tempi incompatibili con il digiuno di Cospito, «la possibilità di richiedere un provvedimento di urgenza. Riteniamo che esistono diversi profili da portare davanti» alla Cedu.

Luigi Manconi

Contemporaneamente Manconi ha fatto sapere che «dal mondo della Chiesa cattolica c'è interesse per il caso Cospito. So per certo che le gerarchie lavorano per perseguire una modalità riservata per poter positivamente intervenire portando mitezza e saggezza».

Durante la conferenza stampa è stato letto anche l’estratto di una lettera scritta in carcere, prima del trasferimento dal penitenziario di Sassari a quello di Opera: «Il più grande insulto per un anarchico o anarchica è quello di essere accusato di dare o ricevere ordini. Quando ero al regime di Alta Sorveglianza avevo comunque la censura e non ho mai spedito  "pizzini”, ma articoli per giornali e riviste anarchiche. E soprattutto ero libero di ricevere libri e riviste e scrivere libri e leggere quello che volevo. Insomma, mi era permesso di evolvere, vivere. Oggi sono pronto a morire per far conoscere al mondo cosa è veramente il 41- bis, 750 persone lo subiscono senza fiatare». Un documento che ha superato la censura, e nel quale l'anarchico al carcere duro si dice «convinto che la mia morte porrà un intoppo a questo regime e che i 750 che subiscono da decenni il 41bis possano vivere una vita degna di essere vissuta, qualunque cosa abbiano fatto. Amo la vita, sono un uomo felice, non vorrei scambiare la mia vita con quella di un altro. È proprio perché la amo non posso accettare questa non vita senza speranza».

L'avvocato Rossi Albertini

«Non comunicando con l'esterno da nove mesi non può essere istigatore di proteste e azioni violente», ha aggiunto Rossi Albertini. Abbiamo chiesto sia a Manconi sia al difensore cosa pensassero del fatto che i consiglieri al Csm di Magistratura indipendente abbiano utilizzato anche delle loro espressioni per giustificare la richiesta di una pratica a tutela al Consiglio superiore della magistratura per tutti i magistrati che si stanno occupando del caso Cospito. «Quello che posso affermare con forza e determinazione – ci ha risposto Albertini – è che alcune di quelle frasi non le ho mai pronunciate, quantomeno non in occasione della decisione di Cassazione».

Mentre per Manconi «questa iniziativa di Mi a dir poco la si può definire bizzarra, se si pensa che viene contestata la più completa indipendente autonomia del legale dell’imputato a poter esprimere un proprio parere su un verdetto negativo per il proprio assistito.

Si scivola pericolosamente nel campo del ridicolo. Ma c’è di più: l’avvocato sottolineava che a lui vengono imputate frasi che egli non ha mai pronunciato. Il che non è così strano, perché il testo di questo gruppo di magistrati è davvero inaudito: mette insieme le reazioni di piazza, le minacce gridate, qualcosa di intimidatorio che può essere il prodotto dei manifestanti con le dichiarazioni del legale o di un osservatore come me. Dal punto di vista scientifico e metodologico si tratta di un guazzabuglio indigeribile».

Manconi aveva definito la sentenza della Cassazione un «verdetto iniquo» : «Iniquo come noto è il contrario di equo – ha spiegato Manconi – Se è censurabile una valutazione di questo tipo siamo dinanzi alla eccentricità di un gruppo di persone che non ha ben riflettuto sulle proprie parole».

Intanto gli anarchici annunciano una mobilitazione nazionale per sabato 4 marzo a Torino in solidarietà alla battaglia di Cospito. A Milano, per giovedì 2 marzo è annunciato un presidio sotto la sede di Fratelli d'Italia in corso Buenos Aires a Milano.