Consiglio nazionale forense, Organismo congressuale forense e Cassa forense, che già nei mesi scorsi avevano inviato all’attenzione del Parlamento una serie di osservazioni e richieste di modifica alla legge di Bilancio, hanno formalizzato ieri una nuova istanza, trasmessa alla presidenza del Consiglio e al ministero dell’Economia, su regime forfettario e flat- tax per avvocati e lavoratori autonomi. Secondo il documento, frutto del lavoro comune delle componenti dell’avvocatura, gli interventi, così come emergono dal corpo della Manovra, «hanno il fine di erodere le risorse destinate ai lavoratori autonomi per incrementare quelle a favore dei lavoratori dipendenti», e per Cnf, Ocf e Cassa «non appare equilibrato il non reimpiego di quelle risorse a favore del mondo dei professionisti, che costituiscono una parte importante dell’economia del aese». Le componenti dell’avvocatura, nella comunicazione indirizzata a Palazzo Chigi e al Mef, si soffermano su due aspetti.

Innanzitutto chiedomo «l’estensione della flat tax anche a professionisti e imprese che operano in forma associata, per creare così un criterio più omogeneo e meno penalizzante per la classe media». Inoltre si segnala «la necessità di intervenire con emendamento abrogativo sulla normativa che esclude dal regime forfettario i soggetti che nell’anno precedente hanno percepito redditi da lavoro dipendente eccedenti i 30mila euro». Le misure inoltre, espongono i professionisti «a nuovi e impegnativi adempimenti», e sono «in contrasto con lo Statuto del contribuente», che fissa in 60 giorni il tempo, non rispettato in questo caso, che deve intercorrere tra un adempimento fiscale e la norma che lo definisce.

«Tutto ciò», spiegano Cnf, Ocf e Cassa forense, «comporta il comprensibile disorientamento degli iscritti che, con le modificazioni introdotte, ignorano quale regime fiscale applicare alle fatture emesse o da emettere. Le ricadute economiche e sociali su categorie di professionisti già pesantemente colpiti dalla crisi», concludono le componenti dell’avvocatura, «sono notevoli e colpiscono soprattutto le fasce più deboli, come i giovani avvocati e quelli più anziani, titolari di trattamenti pensionistici».