«La magistratura italiana ha deciso che, troppo sovversivo, non potevo avere più la possibilità di rivedere le stelle, la libertà, si è preferito l'ergastolo ostativo, che non ho dubbio mi darete, con l'assurda accusa di aver commesso una strage politica per due attentati dimostrativi in piena notte, in luoghi deserti, che non dovevano e non potevano ferire o uccidere nessuno», così, in un passaggio, l’anarchico Alfredo Cospito ha affermato ieri durante la dichiarazione spontanea in vide collegamento dal 41 bis del carcere di Sassari. Alla fine i giudici della Corte d'Assise d'Appello di Torino hanno chiesto alla Corte costituzionale di esprimersi sulle attenuanti di cui potrebbe beneficiare Alfredo Cospito, a seguito dell'attentato verificatosi nel 2006 alla caserma degli Allievi carabinieri di Fossano, nel cuneese. Il Pg ha chiesto di condannare all’ergastolo Alfredo Cospito e a 27 anni e 1 mese per Anna Beniamino. Ricordiamo che Cospito, assieme ad Anna Beniamino, è stato condannato, senza prove granitiche, per l’esplosione di ordigni a basso potenziale avvenuti di notte, senza causare né morti né feriti. Per questo attentato sono stati processati i due anarchici. La corte d’Assise d’Appello li ha condannati per strage contro la pubblica incolumità ( articolo 422 del codice penale) che prevede una pena non inferiore ai 15 anni. A luglio scorso la Cassazione ha riqualificato il reato a strage contro la sicurezza dello Stato. Parliamo dell’articolo 285 che prevede l’ergastolo. Si tratta del reato più grave del nostro ordinamento che non è stato nemmeno applicato per le stragi di Capaci e Via D’Amelio. La corte d’Appello, ieri, doveva decidere proprio sulla rideterminazione della pena, talmente aggravata che prevede l’ergastolo ostativo. Il fine pena mai. Durante un corteo organizzato dagli anarchici partito dal Palagiustizia, sono stati imbrattati muri, tram e mezzi pubblici e sono stati esplosi alcuni petardi.

L'udienza è stata rinviata al 19 dicembre per la lettura dell'ordinanza che disporrà la trasmissione degli atti alla Consulta. Ma nel frattempo c’è un’altra attesa, ovvero la decisione del tribunale di Sorveglianza di Roma in merito all’istanza presentata dal legale Rossi Albertini sull’incompatibilità del 41 bis. Si, perché a firmare il decreto del provvedimento di carcere duro per Alfredo Cospito era stata l’ex ministro della Giustizia Marta Cartabia. Una misura scaturita perché inviava scritti politici durante la detenzione. «È il primo caso di un anarchico al 41 bis – ha osservato l’avvocato Albertini– regime che nasce per combattere la mafia stragista ma che viene applicato a un anarchico». Per questo motivo, Cospito è in sciopero della fame dal 20 ottobre. Sono quasi 50 giorni di digiuno. «In sciopero della fame fino all’ultimo sospiro», ha affermato durante le sue dichiarazioni spontanee.