Un detenuto, con problemi psichiatrici, appena trasferito dal carcere di Livorno a quello di Terni, ha dato fuoco alla cella e causato l’intossicazione di sei appartenenti al corpo di polizia penitenziaria. Lo rende noto il Sappe. «Dopo il grave incendio, che avrebbe potuto causare una tragedia in carcere, due detenuti, uno straniero con problemi psichiatrici e l’altro italiano, palesemente ubriachi, si sono resi protagonisti di una lite per la quale si è reso necessario l’intervento dei poliziotti. I due avevano bevuto della grappa, prodotta evidentemente in cella con la frutta macerata. Il Sappe esprime la propria solidarietà agli agenti feriti e contusi nel carcere ternano e auspica che il prima possibile si intervenga sulle aggressioni al personale di polizia penitenziaria oramai saturo di ciò che sta subendo», commenta Fabrizio Bonino, segretario nazionale per l’Umbria del Sindacato autonomo polizia penitenziaria. «Non è un caso che c’è una crescita esponenziale di episodi violenti da parte di detenuti psichiatrici ristretti, a dimostrazione della incapacità politica a trovare una efficace soluzione alla chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari» commenta il segretario generale Donato Scapece. «È stato un grave errore politico sopprimere, a Perugia, il Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria, accorpando tutto a Firenze, che non a caso mandata tutti i detenuti più problematici dalla Toscana in Umbria. Perugia deve essere messa in condizione di avere un Distaccamento, come già c’è oggi, ma con una piena autonomia organizzativa e gestionale da parte di un dirigente, certamente utili ai servizi di polizia penitenziaria ed alla gestione dei detenuti». «Io credo che l’Amministrazione dovrebbe dare un segno tangibile di riconoscenza ai poliziotti penitenziari in servizio nelle carceri umbre ed a Terni in particola per quel che quotidianamente fanno, agli eroi silenziosi del quotidiano con il basco azzurro a cui va anche il ringraziamento del Sappe».