Al carcere di Parma c’è un detenuto con problemi psichici – tanto da commettere atti autolesionistici come cucirsi la bocca - che da cinque mesi è in isolamento totale. Nonostante l’indicazione dei medici, è perennemente chiuso in cella, senza l’ora d’aria e attività trattamentali. Il caso è stato sollevato da Sandra Berardi, presidente dell’associazione Yairaiha Onlus. Si chiama Carmelo Latino e risulta preso in carico dai servizi psichiatrici già dal 2009 con tali scompensi emotivi da rendere necessarie frequenti visite psichiatriche. Dalle relazioni mediche che l’associazione Yairaiha ha allegato nella segnalazione al ministero e Dap, si evince che il principale motivo di ansia e scompenso, da sempre ma acuitosi negli ultimi mesi, è l'ipotesi di dover condividere la cella con altra persona al punto che tutti gli specialisti che lo hanno visitato hanno sempre raccomandato la collocazione in cella singola. Latino si trova in isolamento nel carcere di Parma, continuatamente, dall' 11  novembre 2020. Inizialmente l'isolamento è stato volontario in relazione alla comunicazione da parte degli agenti preposti che avrebbe dovuto “lasciare la sua cella e cercarsi un compagno”, onde evitare discussioni che avrebbero potuto compromettere il precario equilibrio psichico, oltre che prendere un rapporto disciplinare. Il 17 novembre gli viene comunicata una sanzione disciplinare con l'esclusione dalle attività in comune per 15 giorni. Isolamento totale e ed esclusione dalle attività trattamentali A questa ne sono seguite altre fino a determinare l'isolamento totale con l'esclusione dalle attività e dall'ora d'aria. «Uno stato di isolamento che ha esasperato oltremodo la fragilità psichica del sig. Latino che in data 3 febbraio è arrivato a cucirsi la bocca per riuscire ad essere ascoltato», osserva l’associazione Yairaiha. Il 18 febbraio, il detenuto, durante un video collegamento, avrebbe avuto modo di far presente al direttore e a due funzionari dell'istituto i motivi del suo gesto estremo, ribadendo la necessità di stare in cella da solo, dato il conclamato disagio psicologico e chiedendo, contestualmente, di poter effettuare le ore d'aria anche da solo, sebbene non dovrebbe esserci nessun divieto di incontro con la restante popolazione detenuta. La questione è seria. Dalle numerose relazioni mediche si evince che l’isolamento forzato sta determinando un acuirsi delle patologie psichiatriche pregresse con elevati rischi autolesivi. Tutti i medici che lo hanno visitato raccomandano «l'allocazione in cella singola ( anche in sezione Iride) e la garanzia del mantenimento di tutti i diritti e possibilità ( attività, ora d'aria e socialità) che il paziente aveva nella sezione ordinaria», e ancora: «Si ribadisce la necessità di allocazione in cella singola in sezione ordinaria al fine di ridurre l'irritabilità e gli elementi stressanti in paziente con fragilità di adattabilità, al fine di garantire il miglior adattamento possibile alla vita detentiva residua ( fine pena 2025 con detraibilità)».