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PRESENTAZIONE DELL AREA INDUSTRIALE INTERNA DEL CARCERE DI BOLLATE
Rivolta nel carcere di Marassi a Genova. Secondo le prime informazioni, un gruppo di detenuti si sarebbe ribellato agli agenti di polizia penitenziaria aggredendoli e scatenando il caos all’interno della struttura. Sul posto un grande dispiegamento di forze dell’ordine, dal reparto mobile della polizia di Stato ai carabinieri in tenuta antisommossa.
Almeno due i feriti: si tratta di due agenti della polizia penitenziaria interni alla struttura, intervenuti per sedare gli scontri, innescati da un regolamento di conti tra due opposte fazioni di detenuti che ha coinvolto circa 200 persone. I due agenti sono stati trasportati in codice giallo all’ospedale Galliera di Genova.
«Circa 200 detenuti della seconda sezione si sono portati al piano terra e starebbero vandalizzando i locali nell’intento di regolare i conti con altri reclusi, pare 6, che nei giorni scorsi avrebbero violentato sessualmente un altro ristretto, per il quale ieri sera sarebbe stato necessario l’accompagnamento presso l’ospedale cittadino per le cure del caso», riporta Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria. «La Polizia penitenziaria, già stremata nelle forze e mortificata nel morale, sta cercando con non poche difficoltà di contenere i tumulti - prosegue il sindacalista - in attesa di rinforzi. Tutto questo è il segno tangibile dello stato di degrado delle carceri, che non può essere affrontato con interventi meramente repressivi, come l’introduzione del reato “impossibile” di rivolta, ma agendo soprattutto sulla prevenzione attraverso l’umanizzazione delle condizioni di lavoro degli operatori e della detenzione».
Ancora una volta il sindacato punta l’attenzione sulla situazione delle strutture al collasso e la mancanza di organici tra gli agenti della penitenziaria. «Con 16mila detenuti oltre i posti disponibili, omicidi, suicidi, violenze di ogni tipo, stupri e molto altro ancora in carcere non c’è un ordine, inteso come ordinato svolgimento delle normali attività nell’alveo dell’ordinamento giuridico dello Stato - continua ancora De Fazio - a cui potersi rivoltare, da qui l’impossibilità del reato. Peraltro, dopo l’entrata in vigore del decreto sicurezza, oggi approvato in via definitiva dal Senato, i disordini nelle carceri sono persino aumentati. Non vogliamo attribuire a questo un nesso di causa ed effetto, ma di certo possiamo affermare senza tema di smentita che, almeno sinora, non ha funzionato neppure come effetto deterrente».
«Serve subito deflazionare la densità detentiva - conclude - far cessare il caporalato di stato che si realizza con il trattenimento in servizio di poliziotti penitenziari anche per 26 ore continuative, come accaduto per esempio al carcere romano di Regina Coeli fra l’11 e il 12 maggio, rimpinguando compiutamente organici mancanti di 18mila agenti ed evitando che le pochissime assunzioni aggiuntive, 133 negli ultimi due anni e mezzo a fronte di oltre 6mila detenuti in più, finiscano negli uffici ministeriali. Va poi assicurata l’assistenza sanitaria e necessita riformare l’intero sistema. L’estate non è ancora iniziata, ma il clima nelle prigioni è già rovente».