Specializzazione degli avvocati, si parte. Oggi si è insediata la Commissione istituita presso il ministero della Giustizia, chiamata ad elaborare le linee generali per la definizione dei programmi dei corsi di formazione specialistica degli avvocati. I lavori sono stati aperti dalla ministra Marta Cartabia. La Commissione è composta da due avvocati (Patrizia Corona del Foro di Trento e Giampaolo Brienza del Foro di Potenza), due magistrati della Corte di Cassazione (Loredana Nazzicone e Sandra Recchione) e due professori universitari (Fabrizio Criscuolo, ordinario di Diritto privato nell’Università La Sapienza, e Marco Pelissero, ordinario di Diritto penale nell’Università degli studi di Torino). La presidenza è stata affidata a Loredana Nazzicone. L’organismo, come sottolineato dalla ministra della Giustizia, avrà il suo punto di forza, considerata la distribuzione e provenienza dei suoi componenti, nella sinergia tra avvocatura, magistratura ed università. Non a caso al primo incontro ha partecipato la presidente del Consiglio nazionale forense, Maria Masi. «Stiamo condividendo – ha esordito la ministra Cartabia, rivolgendosi alla numero del Cnf - un bel tratto di strada su tanti fronti». All’incontro ha partecipato anche Giuseppe Recinto, capo di gabinetto del Miur. Il ministero dell’Università e della Ricerca è considerato un alleato prezioso nel coordinamento con via Arenula delle attività volte al conseguimento del titolo di avvocato specialista nei diversi rami del diritto. I tempi sono maturi per imprimere una accelerata e voltare pagina. «Sappiamo bene – ha detto la ministra della Giustizia - che il titolo di specializzazione per gli avvocati è una richiesta e scelta legislativa di ben dieci anni fa e che richiede una attuazione attraverso le norme. La specializzazione è una esigenza che si impone in un mondo sempre più complesso sotto vari aspetti nella vita degli operatori del diritto. Una spinta verso le specializzazioni è richiesta pure dall’Europa. Il diritto ha bisogno di una visione olistica, ma deve addentrarsi in settori sempre più diversificati, che hanno le loro regole e le loro necessità. Tutto è stato intuito nel 2012 dal legislatore, ma la riforma è rimasta inattuata». La presenza nella Commissione dei protagonisti della giurisdizione e del mondo accademico è un dato importante. «Ci saranno – ha proseguito Cartabia - delle scelte da compiere per i percorsi di specializzazione. L’avvocatura, l’università e la magistratura sono chiamate a lavorare in modo coordinato. Occorre fare uno sforzo di innovazione e non partiamo da zero. L’avvocatura ha già avviato una serie di corsi e le buone prassi potranno essere utili per guardare avanti. Il ruolo del giurista va incontro ad una evoluzione». Fra gli spunti di riflessione offerti dalla ministra quello riguardante il bisogno di sviluppare la capacità di scrittura dei giovani giuristi, dato che il percorso di studi nelle università si svolge oralmente. «La capacità di scrittura, soft skill – ha aggiunto -, va coltivata e non va data per scontata. Certe capacità vanno coltivate anche in riferimento alle nuove tecnologie, che fanno parte delle nostre vite. Un’altra nota che mi sento di segnalare è che abbiamo bisogno di saper orientare anche le nozioni, le formazioni che tutti i giuristi che arrivano a questo punto della specializzazione hanno già acquisito allo scopo per i quali sono stati formati, quindi la capacità di inquadrare problemi giuridici, una capacità sicuramente anche sistemica e teorica, orientata alla soluzione dei problemi. Capacità di comprendere un quesito sottostante a un determinato evento della vita, comprenderlo nei suoi termini giuridici, inquadrarlo nel sistema e immaginare come dare una risposta, quale tipo di argomentazione sviluppare». Secondo la presidente del Cnf, Maria Masi, stiamo vivendo una fase storica. «L’avvocatura istituzionale – ha evidenziato – dal primo momento ha creduto al percorso delle specializzazioni, che segnano l’inizio di un percorso nuovo. Potremo nel breve periodo capire cosa funziona e cosa dovrà essere corretto. Dal 2015 abbiamo collaborato con le associazioni specialistiche che hanno incoraggiato il percorso. Molto dipenderà dal coordinamento di tutte le componenti». Masi ha assicurato che gli Ordini, «che in un primo momento si sono sentiti trascurati», verranno sempre più coinvolti «nella consapevolezza che i percorsi delle specializzazioni aggiungono tanto alla professionalità dell’avvocato». Patrizia Corona (vicepresidente del Cnf) e Giampaolo Brienza guardano con ottimismo agli imminenti lavori della Commissione di cui fanno parte. «È stato prima di tutto un privilegio – ha dichiarato l’avvocata Corona – essere stati ospitati dalla ministra Cartabia nella sala Livatino. Cercheremo di svolgere il nostro lavoro al meglio, partendo dalla redazione delle linee generali per i corsi che verranno attivati e che consentiranno agli avvocati di conseguire il titolo specialistico. Si è aperta una pagina importante per l’avvocatura». Sulla stessa linea l’altro consigliere Cnf, Giampaolo Brienza: «Il primo passaggio che ci vedrà coinvolti riguarda l’elaborazione delle linee guida dalle quali, poi, deriverà l’organizzazione dei corsi specialistici. Dopo un percorso complicato, possiamo guardare con più fiducia alle prossime tappe sulle quali si svilupperà la professione forense. È una sfida avvincente per l’avvocatura, la magistratura e l’università».