Educare al patriottismo con un’attenzione particolare verso la responsabilità personale, tenendo conto della cultura giuridica e delle azioni specifiche dei giovani. È questo uno dei principi ispiratori del programma didattico “Sono un cittadino: legge, responsabilità, azione”, ideato dalla Camera federale degli avvocati della Federazione Russa (l’avvocatura istituzionale) in collaborazione con l’Unione dei giovani avvocati (una sorta di Aiga russa). L’iniziativa è rivolta agli studenti delle scuole superiori e agli universitari.

Durante le lezioni, gli avvocati si soffermeranno, prendendo spunto da casi pratici, sul significato del patriottismo e ricorderanno ai partecipanti “i diritti costituzionali fondamentali” e le loro responsabilità (“rispettare le leggi, pagare le tasse e difendere la Patria”). Senza tralasciare, nel caso di violazioni di legge, le pene previste. I docenti inoltre si soffermeranno su un altro principio cardine indicato dal programma: i diritti non esistono senza “l’adempimento responsabile dei doveri”.

Qualche voce critica, come quella del giornalista di Novaya Gazeta, Leonid Nikitinsky, ha sollevato più di una perplessità in merito all’impegno della Camera federale degli avvocati e dell’Unione dei giovani avvocati. Secondo Nikitinsky, si tratta di un tentativo di indottrinamento ma anche di un avvertimento a non oltrepassare alcune linee rosse marcate ulteriormente con l’invasione dell’Ucraina di quasi quattro anni fa.

Ben prima, per esempio, della valorizzazione della libertà di espressione, della libertà di riunirsi pacificamente e della conoscenza della Costituzione russa, si informano gli studenti sulle possibili conseguenze giudiziarie nel caso di alcune condotte, come la partecipazione a raduni non autorizzati o il sostegno in favore di organizzazioni considerate estremiste o addirittura terroristiche. Non solo. Si mettono in guardia i partecipanti al programma patriottico sui rischi che si possono correre in caso di pubblicazione sui social di simboli proibiti o se vengono utilizzate parole – si pensi a “guerra” – ormai vietate in pubblico. «Gli avvocati – si domanda il giornalista di Novaya Gazeta - non hanno niente di meglio da dire agli studenti? Perché dovrebbero essere loro, essenzialmente impegnati nella propaganda di Stato, a intimidirli? E cosa dovrebbero fare i pubblici ministeri?».

Il progetto dell’avvocatura russa potrebbe prestare il fianco ad un ulteriore controllo sociale, questa volta sulle giovani generazioni e su coloro che hanno un grado di istruzione medio- alto e sono attenti alle questioni politiche con uno sguardo alle vicende estere.

Una lezione del corso, intitolata “Cittadino responsabile - Russia forte!”, si sofferma sulla materia della partecipazione ai raduni pubblici con richiami al Codice degli illeciti amministrativi e al Codice penale. Un’altra lezione è dedicata allo spionaggio e ai segreti di Stato; si mettono bene in evidenza le pene, fino a venti anni di carcere, per chi va contro gli interessi della Russia e sottrae, diffonde o archivia informazioni sensibili. È prevista anche una lezione che inquadra penalmente la giustificazione del nazismo e la sua riabilitazione (articolo 354.1 del Codice penale della Federazione Russa).

Tra le materie di studio la storia della “Grande guerra patriottica” da un “punto di vista scientifico ed educativo con la condanna del nazismo”. Il focus sugli illeciti riguarda la negazione dell’operato del Tribunale di Norimberga e l’approvazione dei crimini commessi dalla Germania di Hitler e dai suoi alleati. Ma l’attivismo dell’avvocatura russa nella pagina internet del programma patriottico si distingue per un altro servizio: in una apposita sezione, contrassegnata da un pulsante rosso, il giovane utente può interagire con un legale e sottoporgli questioni per ricevere un parere ed eventuale assistenza. Il tutto però con una deroga. Non è garantito il segreto professionale.

La polizia e l’intelligence potranno accedere alle comunicazioni intercorse e nei casi più gravi l’avvocato dovrà informare le autorità se si trova a gestire casi che coincidono con alcune tipologie di reato. Una “trappola” per chi si espone soprattutto in tema di critica verso le politiche del Cremlino e l’operato delle forze armate russe impegnate in Ucraina.

Il pubblico ministero verrebbe, secondo Novaya Gazeta, sostituito direttamente dall’avvocato, altro che cultura giuridica da far conoscere e valorizzare. «I ragazzi più intelligenti – commenta Leonid Nikitinsky -, ovviamente, rimarranno in silenzio nella situazione attuale, ma non sarebbe meglio che anche la Camera Federale degli avvocati rimanesse in silenzio? Il totalitarismo si differenzia dall’autoritarismo, in quanto in quest’ultimo caso il silenzio non è più sufficiente: la lealtà deve ora essere dimostrata attivamente. Da istituzione della società civile, così come è stata concepita e creata nei primi anni Duemila, la professione forense russa adesso si sta trasformando in una Ong, paradossalmente controllata e organizzata dal governo, e questo è solo un esempio dei cambiamenti che stiamo vivendo».