Il processo mediatico è sempre più al centro del dibattito e delle ctiche. L’Ordine degli Avvocati di Milano. in una nota, ribadisce che «è più volte intervenuto, anche recentemente, per porre l’attenzione - stigmatizzandole sulle storture, sempre più frequenti, che conseguono alla proliferazione di un’aggressiva ( sub) cultura del processo mediatico, costruito parallelamente e fuori dalle aule di Giustizia, con l’effetto di minare fortemente le garanzie concesse dalla legge all’indagato e la presunzione di non colpevolezza».

Per il presidente dell’Ordine degli Avvocati milanese, Antonino La Lumia «i principi fondamentali del giusto processo impongono a tutti, in primis agli avvocati, di mantenere condotte adeguate i principi deontologici siano inderogabili, soprattutto quando ci si avventura in dichiarazioni pubbliche, a maggior ragione nell’ambito di indagini di particolare notorietà, come quelle che stanno interessando nelle ultime settimane il foro milanese».

Riguardo ai rapporti con la stampa l’Ordine degli Avvocati di Milano ritiene «necessario richiamare nuovamente i propri iscritti al rigoroso rispetto dei criteri di equilibrio e misura, imposti dall’art. 18 del codice deontologico forense: ciò in ossequio ai generali doveri di segretezza e riservatezza, che vanno puntualmente osservati dal difensore anche quando il mandato sia stato adempiuto o comunque concluso ( art. 28 c. d. f.), e che costituiscono un argine contro la banalizzazione dell’esperienza giudiziaria e, in ultima istanza, della Giustizia».