Buonasera,

sono l'Avv. Ottavio De Stefani del foro di Roma e volevo segnalare un pessimo episodio di gestione dei procedimenti da parte di singoli magistrati della Procura Generale presso la Corte d'Appello di Roma che, sempre a mio parere, è molto indicativo di come ormai l'udienza di Appello sia stata svalutata sacrificando il principio dell'oralità e, a quanto pare, anche della specificità della trattazione dei motivi d'Appello.

In data odierna (22 marzo 2023, ndr) ricevevo sul mio indirizzo pec le conclusioni scritte del Sostituto Procuratore Generale relativamente al mio procedimento che verrà trattato (cartolarmente) all'udienza del 30 marzo p.v.. Tali conclusioni oltre ad essere oltremodo ridotte e assolutamente estranee ai motivi di appello da me addotti, andrebbero ad applicarsi "in blocco" a ben cinque procedimenti previsti per la medesima udienza con tanto di numeri di r.g. e nomi degli imputati ben in vista. In pratica è stata presa una conclusione buona "per tutte le stagioni" in quanto del tutto a-specifica, a-tecnica ed anonima, applicandola a più procedimenti (evidentemente ammessi al grado successivo di giudizio) che tra loro non hanno nulla in comune avendo ognuno sicuramente motivi diversi e richieste diverse. Si lamenta così un esercizio del tutto sbrigativo ed impersonale dell'attività del Sostituto Procuratore Generale che tra l'altro nelle richieste in questione conclude per la conferma della sentenza impugnata, qualunque essa sia non essendo questa singolarmente identificata né è dato sapere se fosse a conoscenza del contenuto della stessa, ovvero "la declaratoria di estinzione del reato ove si valuti l'avvenuto decorso dei relativi termini tenuto conto di eventuali periodi di sospensione".

Le richieste sopra citate sono talmente incongruenti tra loro, infatti il mio assistito non rientra in alcun modo nel secondo gruppo essendo stato arrestato e giudicato per questo procedimento nell'anno 2022, che è più che difficile sostenere che vi sia stato effettivo studio della questione e analisi dei motivi della difesa; sembra quasi che si sia operato al buio per sbrigare la questione e consumare il minor tempo e impegno possibile nell'esercitare le proprie funzioni. Ritengo che il danneggiato principale sia il sistema giustizia in senso sostanziale e soprattutto l'imputato, il cui processo merita un'analisi personalizzata delle sue ragioni che possono pure essere confutate in giudizio ma comunque meritano almeno l'attenzione del requirente e non formulazioni di conclusioni valide "un tanto al chilo", tanto più nel mio caso in cui si trattava di soggetto detenuto.

Saluti,

Avv. Ottavio De Stefani