Francesco Petrelli si candida a Presidente dell’Unione Camere Penali Italiane: ha reso nota la sua candidatura ufficiale durante l’ultima assemblea della Camera Penale di Roma, a cui è iscritto. Petrelli, classe 1957, è avvocato del foro di Roma dal 1983. Il suo nome è legato a noti processi come quello per l’omicidio di Marta Russo, quando difendeva Giovanni Scattone, quello per la morte di Stefano Cucchi, durante il quale ha assistito il carabiniere Francesco Tedesco, e da ultimo anche quello per la morte del vice brigadiere Mario Cerciello Rega, nel quale difende uno dei due americani.

Nonostante sia stato protagonista di vicende di cronaca giudiziaria che hanno attirato molto l’attenzione della stampa, Petrelli ha sempre rifuggito il presenzialismo mediatico. Rappresenta pienamente la figura del vero avvocato descritto da Ettore Randazzo nel libro Difendere: “La qualità del difensore non dipende dalla quantità delle cause da noi trattate né di quelle vinte, dalla presenza nei giornali e in tv, dal tipo dei nostri processi, dalla notorietà dei nostri assistiti…dipende da noi”.

Da sempre sostenitore di una visione laica e non etica del processo, Petrelli è stato Segretario dell’Unione sotto la presidenza di Beniamino Migliucci e attualmente ricopre la carica di direttore della rivista dell’Ucpi, Diritto di Difesa. Nel suo recente libro Critica della retorica giustizialista (Giuffrè editore, prefazione Biagio De Giovanni) ha ricordato come “nel denunciare, nel lontano 2002, l’uso disinvolto e innovativo del termine ‘giustizialismo’, il Procuratore Generale presso la Corte di appello di Milano Francesco Saverio Borrelli ne sanciva in qualche modo la fortuna, non prevedendo che quindici anni dopo, con un tipico ‘rovesciamento di stigma’, quel termine sarebbe risuonato come un grido di orgoglio nel lessico dei nuovi populismi penali”. Petrelli ha fatto parte di una delle Commissioni istituite dall’ex ministra Marta Cartabia per la riforma del processo penale, in particolare di quella che si è occupata del delicato tema delle impugnazioni.

La candidatura di Francesco Petrelli dovrebbe mettere d’accordo tutte le anime dell’Unione dei penalisti. Sin dall’ultimo congresso di Pescara, dove pure erano saltate fuori ufficiosamente alcune candidature alternative, si è sempre detto tra gli avvocati che se si fosse fatto avanti Petrelli non avrebbe avuto rivali. Petrelli per tutti rappresenta i valori dell’avvocatura: capacità, preparazione, rigore, correttezza deontologica. A un tono sempre gentile si accompagna una piena fermezza nell’esercizio della professione forense. E non si dimentichi il suo profondo impegno nella vita associativa.

In continuità con l’attuale presidenza di Gian Domenico Caiazza, Petrelli dovrà misurarsi con non poche sfide. Il congresso che dovrebbe incoronarlo si terrà il prossimo autunno. Sarà trascorso un anno dall’insediamento del governo Meloni: verranno fatti dei bilanci e quasi sicuramente messe in campo altre battaglie per una giustizia liberale, considerato che già fino ad ora le riforme sono paralizzate, come denunciato proprio dalla delibera di due giorni fa dell’Unione per lanciare una tre giorni di astensione contro l’inerzia del governo sui temi propagandati durante la campagna elettorale.