L'avvocato Roberto D'Ippolito, impegnato in numerosi processi contro la mafia e la criminalità organizzata, è morto a Firenze all'età di 67 anni. I funerali si terranno mercoledì 13 marzo, alle ore 15, nella chiesa della Badia Fiesolana a San Domenico di Fiesole. Nello stesso giorno la salma sarà esposta nella chiesa dalle ore 11 alle 15.

Parte civile nei processi di mafia

D'Ippolito era stato avvocato di parte civile nel processo per la strage dei Georgofili, parte civile nel processo per l'omicidio di Lea Garofalo, vittima della 'ndrangheta e del processo sulle stragi naziste di Vallucciolle, ad Arezzo ed ha assistito la Fondazione Antonino Caponnetto nei processi di mafia. Negli ultimi anni ha curato l'aspetto della responsabilità giuridica degli operatori sanitari, alla luce della nuova legge sulla Responsabilità professionale, sulla quale ha organizzato numerosi convegni.

Il suo impegno per i beni confiscati alla mafia

Dal 2017 era membro del consiglio direttivo dell'associazione Santa Maria Annunziata Onlus. Da sempre appassionato di politica, nel 2020 aveva fondato l'associazione Politica, Ora! per promuovere lo studio, la ricerca, la formazione e l'aggiornamento culturale in ambito politico ed economico. Tra le prime proposte dell'associazione quelle relative al riutilizzo dei beni confiscati alla mafia e supportare le istituzioni che hanno l'obbligo morale di restituirli alla collettività.

Le origini dell’avvocato Roberto D’Ippolito

Nato a Volterra nel 1957 da una famiglia di origine calabrese, Roberto D'Ippolito ha quasi sempre vissuto a Firenze. Qui si è laureato in giurisprudenza con il massimo dei voti, discutendo una tesi sulla depenalizzazione in procedura penale, poi pubblicata avendo vinto il Premio Pontremoli. Sempre a Firenze è diventato avvocato, svolgendo la professione prevalentemente nel settore penale.