«L’unico equilibrio tecnico equilibrio tecnico che non toglie potere alla magistratura è l’avvocatura: rafforzare il ruolo dell’avvocato garantisce questo equilibrio nella giurisdizione», è stato il monito del presidente del Consiglio Nazionale Forense, Andrea Mascherin durante la tavola rotonda del trentaquattresimo congresso dell’Anm durante la quale è stato ricordato l’impegno dell’avvocatura per l’inserimento della figura dell’avvocato in Costituzione. Nel suo intervento, il presidente ha sottolineato come «gli avvocati sono i più strenui difensori dell’autonomia e indipendenza della magistratura, perchè da questa dipende il nostro lavoro: se pensassimo di non poter insinuare il dubbio in un giudice pronto all’ascolto sarebbe inutile fare gli avvocati». Del resto la giurisdizione, oggi, «non è solo il momento tecnico processuale ma è il riflesso di un’idea di società: l’affermazione della dialettica del contraddittorio come metodo di risoluzione dei conflitti, rispetto alla violenza».

Mascherin ha poi convenuto con Luca Poniz, presidente di Anm, che «avvocati e magistrati non hanno bisogno di essere popolari e quindi dobbiamo fare fronte comune contro il populismo» ma ha ricordato come oggi «la discrezionalità del magistrato è sotto processo» e messa in discussione da «norme che contengono già le sentenze» e «dalla percezione della giustizia in nome dell’efficienza o di parametro economico e non di effettività». Come si reagisce? «Con il rafforzamento dell’equilibrio tecnico, che passa anche attraverso l’avvocato in Costituzione». Mascherin ha aggiunto che «molti magistrati dicono che il tema non riguardi la magistratura, invece riguarda tutta la giurisdizione intesa come sistema culturale».