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All’inizio di quest’anno, l’ 8 febbraio, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione dell’inaugurazione della “Prima capitale della cultura transfrontaliera Go! 2025”, a Gorizia, evidenziò l’importanza della collaborazione fra gli Stati. «Sconfitti gli orrori dell’estremismo nazionalista, che tanto male ha prodotto in Europa – disse Mattarella – riemergono i valori della convivenza e dell’accoglienza. Sono i valori che possono opporsi all’oscurantismo della guerra e del conflitto che si è riproposto con l’aggressione russa all’Ucraina». La parola “guerra” è sempre più ricorrente nelle cronache di giornali e tv e nei discorsi dei rappresentanti istituzionali. Al tema “Guerra, confini, diritti” è dedicata una giornata di studio in programma oggi proprio a Gorizia, presso il Palazzo De Bassa.
L’iniziativa è organizzata dal Cnf e dalla Fondazione dell’avvocatura italiana (Fai), in collaborazione con il Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Gorizia con il patrocinio dell’Università degli Studi di Trieste (Dipartimento di Scienze politiche e sociali). Nelle due sessioni di lavoro i relatori discuteranno sul ruolo dei tribunali internazionali con uno sguardo rivolto al diritto umanitario e alle attività degli avvocati nelle zone di guerra e di confine.
I lavori saranno aperti dai saluti di Rodolfo Ziberna (sindaco di Gorizia), Lucia Galletta (presidente del Coa di Gorizia), Tanja Marusic ( presidente del Coa di Nova Gorica), Antonio Paoletti (presidente della Camera di Commercio Venezia Giulia Trieste Gorizia) Francesco De Benedittis (consigliere Cnf), Vittorio Minervini (consigliere Cnf, vicepresidente Fai) e Mario Napoli (consigliere Cnf).
Il professor Giuseppe de Vergottini (emerito di Diritto costituzionale dell’Università degli studi di Bologna “Alma Mater”) rifletterà sul tema “La Costituzione quale limite ai conflitti armati”.
Tra i relatori anche Paolo Bargiacchi (ordinario di diritto internazionale Università degli Studi di Enna “Kore”), Domenico Pauciulo (Università degli Studi di Trieste), Francesco Favi (consigliere Cnf), Bruno Pascoli ( storico), Alberta Bollati ( ilustratrice) e Roberto Cazzola ( scrittore).
«Riteniamo – dice l’avvocato Vittorio Minervini – che sia essenziale parlare di guerra per affrontare il tema più rilevante, che è quello della pace da intendersi fuori da ogni valutazione del pacifismo. In tale contesto il diritto diventa essenziale con un ruolo fondamentale assunto dal diritto internazionale. Il luogo della nostra giornata di studio non è casuale. Gorizia rappresenta la raffigurazione plastica di come la guerra tra i popoli abbia segnato profondamente la vita di una comunità ancora adesso divisa in due».
La presidente del Coa di Gorizia, Lucia Galletta, si sofferma sul titolo dell’iniziativa. «Guerra, confini e diritto – commenta la rappresentante degli avvocati goriziani – connotano la nostra realtà, storicamente avvezza a gestire la propria quotidianità con un senso di limitazione e di demarcazione territoriale, legata a precise e anche casuali scelte storico- politiche. Gorizia è una realtà molto complessa, all’interno della quale la frontiera ha rappresentato per anni il limite della territorialità nazionale, pur venendo vissuta dalle persone che abitano questi luoghi come zona di mero transito, di richiamo alla memoria storica, ai tempi in cui il territorio partecipava un’identità unica e condivisa».
L’iniziativa si inserisce nell’ambito di GO2025, che consegue alla proclamazione di Gorizia, unitamente a Nova Gorica, quale Capitale europea della cultura. «La Fondazione dell’avvocatura – spiega il consigliere Cnf Francesco De Benedittis – nell’esercizio dell’alta funzione di promozione diffusa della cultura dei diritti ha colto nel segno. A Gorizia ci confronteremo su una serie di tematiche che hanno inciso per lungo tempo sulla storia di questo territorio: i confini, i limiti imposti dal diritto e dalla Costituzione, i conflitti armati e il ruolo del diritto internazionale nella costruzione di un quadro di rapporti più giusto e pacifico nel primario intento di salvaguardare i diritti della persona».


