«A breve tutti gli avvocati potranno scaricare i certificati anagrafici di soggetti terzi dal sito dell’Anagrafe nazionale della popolazione residente (Anpr), la banca dati unica del ministero dell’Interno che favorisce lo scambio delle informazioni tra Comuni e pubbliche amministrazioni e tra Comuni e cittadini, grazie a un accordo di adesione tra il Viminale e il Consiglio nazionale forense che prevede l’interoperabilità dei sistemi informativi tra l’albo degli avvocati e la piattaforma».
A dare notizia dell’importante innovazione è una nota dello stesso Cnf, che ufficializza la soluzione di un problema fortemente avvertito dalla professione forense.
La massima istituzione dell’avvocatura spiega che «gli avvocati avranno a disposizione i dati aggiornati di oltre 65 milioni di cittadini, inclusi i residenti all’estero, di cui potranno richiedere i certificati al fine di svolgere investigazioni difensive o per far valere e difendere un diritto in sede giudiziaria, in esenzione di bollo come previsto dalla legge».
Ed è la presidente del Cnf Maria Masi a osservare come si tratti di «un miglioramento delle modalità con cui viene esercitato il diritto alla difesa, un passo avanti verso un riconoscimento della funzione e del ruolo dell’avvocato al servizio del cittadino», come evidentemente segnala il fatto che il legale potrà accedere a sistemi informativi tipicamente concepiti e strutturati per l’amministrazione pubblica.