Magistratura e politica a confronto nella tavola rotonda dedicata alla giustizia penale e all’ordinamento giudiziario, durante il XXVII congresso dell’Aiga. Nell’incontro, moderato da Errico Novi, vicedirettore del Dubbio, sono intervenuti a Bari Filippo Donati (professore di diritto Costituzionale nell'Università di Firenze), Stefano Latorre (segretario generale Unicost), Giuseppe Santalucia (presidente Associazione nazionale magistrati) e Carolina Varchi (Commissione Giustizia della Camera, deputata di Fratelli d’Italia).

La magistratura, secondo il pubblico ministero Stefano Latorre, «non deve essere né forte né debole, deve essere giusta». Se alcune volte il dibattito è caratterizzato da forti e poco edificanti contrapposizioni, probabilmente, è perché si sottovaluta l'aspetto della comunicazione all'esterno del lavoro dei magistrati e degli avvocati.

Tema rilevante anche quello di un giusto bilanciamento in merito alla partecipazione nei Consigli giudiziari degli avvocati per le valutazioni professionali dei magistrati. Il presidente dell'Associazione nazionale magistrati (Anm), Giuseppe Santalucia, ha commentato la lunga stagione delle riforme nella giustizia. A tal riguardo ha rilevato che «ogni innovazione nella giustizia penale richiede tempo». Per questo motivo dare giudizi affrettati rispetto a quanto realizzato potrebbe essere fuorviante e nient’affatto utile.

L’intervento della parlamentare di Fratelli d’Italia, Carolina Varchi, ha avuto come filo conduttore la realizzazione del programma - compreso quello nella giustizia -, che ha permesso poco più di un anno fa alla coalizione di centrodestra di vincere le elezioni politiche. Non esiste, ha chiarito la deputata, alcun dualismo tra il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e Fratelli d’Italia. «Il ministro Nordio - ha commentato Varchi - è diventato per il mio partito un punto di riferimento. Quando si interviene in materia di giustizia, lo si deve fare per tutti i cittadini. Per questo motivo i protagonisti della giurisdizione e della politica devono fare la loro parte».

Sulla separazione delle carriere, l'esponente di FdI è stata altrettanto chiara: «L'architrave del nostro programma è la separazione delle carriere. Un impegno assunto con gli elettori. Essendo una riforma costituzionale non verrà abbinata a quella del premierato. La separazione delle carriere deve andare avanti e deve basarsi su un confronto che vada oltre le appartenenze politiche. È una riforma da fare».