Il XIX Congresso Ordinario di Firenze dell’Unione Camere penali ha eletto presidente dell’Ucpi, per il prossimo biennio, l’avvocato Francesco Petrelli della Camera penale di Roma. Favorevoli 281, 13 le schede bianche mentre non hanno votato in 16. Con il presidente sono stati eletti, quali componenti di Giunta, Rinaldo Romanelli (Camera penale regionale ligure) che ricoprirà la carica di segretario, Domenico Nicolas Balzano (Torre Annunziata) che sarà vicepresidente, Alessandra Palma (Ferrara), che ricoprirà il ruolo di tesoriere, Pasquale Annicchiarico (Brindisi), Laura Antonelli (Pisa), Giulia Boccassi (Alessandria), Andrea Cavaliere (Lombardia Orientale), Giuseppe Ledda (Cagliari), Luigi Miceli (Palermo), Valerio Murgano (Catanzaro), Barbara Sorgato (Verona) e Gian Luca Totani (L’Aquila), come componenti di Giunta. Il Congresso ha visto la partecipazione di circa 800 penalisti provenienti da tutta Italia.

Francesco Petrelli, originario di Ascoli Piceno ma romano di adozione, classe 1957 è avvocato del foro di Roma dal 1983. Prima vice presidente della Camera penale di Roma dal 2004 al 2008, poi segretario dell’Ucpi sotto la presidenza di Beniamino Migliucci dal 2014 al 2018. Dal 2019 ricopre la carica di direttore della rivista dell’Ucpi, Diritto di Difesa. Da oggi alla guida dei penalisti italiani, Petrelli ha fatto anche parte di una delle Commissioni istituite dall’ex ministra Marta Cartabia per la riforma del processo penale, in particolare di quella che si è occupata del delicato tema delle impugnazioni.

Il suo nome è legato a noti processi come quello per l’omicidio di Marta Russo, quando difendeva Giovanni Scattone, quello per la morte di Stefano Cucchi, durante il quale ha assistito il carabiniere Francesco Tedesco, e da ultimo anche quello per la morte del vice brigadiere Mario Cerciello Rega, nel quale difende uno dei due americani. Petrelli è stato anche insignito nel 2022 del Premio Toga Tosta, il riconoscimento della Camera penale di Alessandria nato più di trent’anni fa su impulso di Mario Boccassi, decano degli avvocati alessandrini. Nel suo recente libro Critica della retorica giustizialista (Giuffrè editore, prefazione Biagio De Giovanni) ha ricordato come «nel denunciare, nel lontano 2002, l’uso disinvolto e innovativo del termine "giustizialismo”, il Procuratore Generale presso la Corte di appello di Milano Francesco Saverio Borrelli ne sanciva in qualche modo la fortuna, non prevedendo che quindici anni dopo, con un tipico “rovesciamento di stigma”, quel termine sarebbe risuonato come un grido di orgoglio nel lessico dei nuovi populismi penali».