È Francesco Greco il nuovo presidente del Consiglio nazionale forense. L’avvocato palermitano è stato eletto oggi, nella sede giurisdizionale del Cnf a via Arenula, per il quadriennio 2023 - 2026, nel corso della seduta di insediamento del nuovo Consiglio. Civilista, classe 1962, ha ricoperto la carica di vicepresidente nel corso della passata consiliatura ed è stato presidente dell’Ordine degli avvocati di Palermo per due mandati, dal 2010 al 2018. In precedenza, dal 2000 al 2002, è stato anche al vertice dell’Associazione italiana giovani avvocati (Aiga). A passargli il testimone Maria Masi, prima presidente donna nella storia dell’istituzione, che Greco ha ringraziato per il lavoro svolto in questi anni. I due vicepresidenti eletti sono Patrizia Corona, del foro di Trento, che già ricopriva tale carica nella consiliatura appena conclusa, e Francesco Napoli, del foro di Palmi. Scelta per il ruolo di consigliera segretaria Giovanna Ollà, del foro di Rimini, mentre è Donato Di Campli, del foro di Pescara, il nuovo tesoriere.

«Ringrazio i consiglieri nazionali per la fiducia», ha detto a caldo il neo presidente, che ha subito dichiarato di considerarsi «al servizio degli avvocati e dell’avvocatura, nella difesa dei valori che essa rappresenta per la piena ed effettiva tutela dei diritti e con l’obiettivo di affrontare immediatamente con misure adeguate la crisi economica e l’inammissibile gender gap reddituale, che da tempo colpisce la professione». Un discorso, quello pronunciato alla presenza dei nuovi consiglieri, che ha anche tracciato il percorso dell’avvocatura istituzionale nei prossimi quattro anni: tra le priorità di Greco, infatti, il ruolo di primo piano che l’istituzione ricoprirà non solo nell’elaborazione dei correttivi alle ultime leggi in materia di giustizia, che vede il ministro Carlo Nordio impegnato su diversi fronti con le rappresentanze forensi, ma anche per le riforme future, sulle quali l’avvocatura, ha sottolineato Greco, non può rimanere silente. Il tutto all’insegna di una consapevolezza: la democrazia si basa sui diritti ed è compito dell’avvocatura difenderli e affermarli nelle sedi opportune.

Per farlo, dunque, è necessario portare a compimento di un progetto caro al Cnf, quello dell’avvocato in Costituzione, «quale soggetto indispensabile, attraverso la difesa tecnica, per la tutela dei diritti. Ciò per difendere, attraverso la nostra opera quotidiana, sia i principi di democrazia che regolano i rapporti di convivenza della società civile, sia quelli di libertà, autonomia e indipendenza, che devono caratterizzare l’esercizio della professione forense. Non può esistere Paese libero e democratico se l’Avvocatura, che della libertà e della democrazia è garante, non è libera nel suo agire, indipendente nel suo operare, autonoma nelle sue iniziative». La riaffermazione del ruolo dell’avvocatura - che passa anche da un rinnovato dialogo con gli Ordini territoriali - non avverrà, però, in un’ottica di contrapposizione con le toghe. Pur essendo necessario «introdurre un sistema oggettivo di valutazione dell'efficienza di ciascun singolo processo», ha evidenziato, è prioritario «costruire un nuovo modo di dialogare con la magistratura, per cui credo sia divenuto indispensabile avviare un confronto concreto, fino ad oggi mai sperimentato, con il Consiglio superiore della magistratura, che dovrebbe rappresentare il naturale interlocutore del Consiglio nazionale forense, sui temi della giurisdizione e dell’organizzazione dell’attività giudiziaria».

A congratularsi con Greco, a via Arenula, sono stati il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto e il sottosegretario Andrea Ostellari, mentre il ministro Nordio ha contattato telefonicamente il neo presidente del Cnf. E sono stati tanti i messaggi di auguri al numero uno di via del Governo Vecchio e i ringraziamenti all’uscente Masi per il suo lavoro e il suo equilibrio. A partire dall’Aiga, che ha augurato a Greco buon lavoro «con la consapevolezza che saprà ridare slancio e autorevolezza alla professione, con una attenzione particolare alla giovane avvocatura e ai tanti problemi derivanti dalla riforma Cartabia», ha dichiarato il presidente nazionale Francesco Paolo Perchinunno. «Siamo certi che continueremo a confrontarci e a “fare sistema” per difendere le istanze della professione e renderla sempre più moderna ed efficiente - ha sottolineato Tatiana Biagioni, presidente degli Avvocati giuslavoristi italiani -. Proseguiremo nel solco del dialogo con il Cnf per un’Avvocatura che sia in prima linea nelle battaglie per la difesa dei diritti».

A complimentarsi anche il segretario generale dell’Associazione nazionale forense, Giampaolo Di Marco: «Siamo certi che il neo presidente, con la sua lunga storia ed esperienza nelle istituzioni ordinistiche, politiche e associative forensi, insieme ai nuovi vertici Cnf, lavorerà, insieme al resto dell’Avvocatura, per raggiungere un vero ammodernamento della giustizia e della professione anche mediante la riforma della legge professionale - ha affermato -, avendo come stella polare i diritti dei cittadini, il bene del Paese». Soddisfazione è stata espressa anche dall’Unione nazionale avvocati enti pubblici (Unaep), per «una scelta di altissimo profilo che conferma alla guida del massimo consesso dell’Avvocatura una personalità la cui esperienza e i ruoli ricoperti sono una garanzia per tutti gli avvocati», ha sottolineato la presidente nazionale Antonella Trentini.

Cnf, ecco tutti i consiglieri

L’elezione dell’ufficio di presidenza è stato il primo adempimento del nuovo Consiglio, composto da 34 componenti, dei quali un terzo avvocate. Diciassette i nuovi eletti e altrettanti riconfermati per un secondo mandato. A comporre l’ufficio di presidenza, oltre a Francesco Greco, i vicepresidenti Patrizia Corona, dal 2010 al 2014 presidente del Coa di Trento e dal 2015 al 2019 dell’Unione Triveneta dei Consigli dell’Ordine; e Francesco Napoli, già presidente del Coa di Palmi dal 2004 al 2019 e presidente dell’Unione regionale degli Ordini forensi della Calabria dal 2016 al 2019. La segretaria Giovanna Ollà è stata per due mandati presidente del Coa di Rimini e vicepresidente della Scuola superiore dell'avvocatura (Ssa), mentre il tesoriere Donato Di Campli è stato presidente del Coa di Pescara per otto anni. Gli altri consiglieri sono Enrico Angelini (Genova), Leonardo Arnau (Venezia), Ettore Atzori (Cagliari),Giovanni Berti Arnoaldi Veli (Bologna), Giampaolo Brienza (Potenza), Camillo Cancellarlo (Napoli), Paola Carello (Roma), Giampiero Cassi (Firenze), Claudio Consales (Lecce), Aniello Cosimato (Salerno), Biancamaria D'Agostino (Napoli), Francesco De Benedittis (Trieste), Francesco Favi (Catania), Paolo Feliziani (Perugia), Antonio Gagliano (Caltanissetta), Antonino Galletti (Roma), Nadia Giacomina Germanà Tascona (Milano), Daniela Giraudo (Torino), Vittorio Minervini (Brescia), Mario Napoli (Torino), Francesca Palma (Ancona), Alessandro Patelli (Milano), Francesco Pizzuto (Messina), Demetrio Rivellino (Campobasso), Federica Santinon (Venezia), Carolina Rita Scarano (Bari), Lucia Secchi Tarugi (Firenze), Giovanni Stefanì (Bari) e Antonello Talerico (Catanzaro).