In occasione della Giornata internazionale per i diritti della donna, «bene ha fatto la ministra Cartabia a ricordare il divario che cè nella magistratura e nell'avvocatura». A dirlo è il segretario generale dellAssociazione nazionale forense Giampaolo Di Marco. Che osserva: «Se in termini assoluti sembra ormai raggiunta la parità di genere in entrambe le categorie, resta ancora da colmare lo scarto a livello salariale e di progressione professionale». «Se sotto i 30 anni», fa notare il segretario dellAnf, «avvocati e avvocate sono praticamente appaiati nei redditi dichiarati, circa 15mila euro l'anno i primi, circa 12.500 le seconde, questa differenza va progressivamente aumentando nelle fasce d'età superiori, fino a scavare un vero e proprio abisso retributivo.  Dispiace dover rimarcare questo gender gap, ma è evidente», dice ancora Di Marco, «che non dobbiamo affrontare il problema della parità di genere come fosse prevalentemente una questione di equità e di coesione, mentre è soprattutto un tema di ammodernamento del Paese. Occorre andare oltre il tema del genere, e portare al centro della discussione il nodo di competenze e professionalità, per aiutare le generazioni future a superare concezioni ormai anacronistiche», conclude il leader dellAnf.