Ebbene sì, sembra proprio che l’avvocato robot, quel genio dell’intelligenza artificiale, abbia già avuto il piacere di sperimentare il lato oscuro della giustizia. Nonostante fosse stato progettato per aiutare gli esseri umani nella loro battaglia legale, ora si trova al centro di una class action presentata dallo studio legale Edelson - con sede legale a Chicago - per aver esercitato la professione legale senza una laurea. La denuncia sostiene che il chatbot non ha le conoscenze o la supervisione necessarie per offrire assistenza legale ai suoi clienti, mettendo così in dubbio la validità dei servizi offerti da DoNotPay.

La prima battuta d’arresto dell’esperimento di Joshua Browder, CEO di DoNotPay, si è registrata verso la fine di gennaio ad opera dei procuratori di Stato che hanno minacciato di reclusione l’uomo dietro la società che ha creato il chatbot. Il rischio di passare sei mesi in prigione ha fatto desistere Browder dal portare in aula il suo avvocato robot. Sicuramente nell’intraprendere un progetto di questa portata, Browder aveva già messo in conto che ci sarebbero state forti reazioni avverse, ma qualche sorpresa si è palesata.

Da dove è partita la class action

La causa è stata intentata sotto il nome di Jonathan Faridian. Questo avvocato spiega di aver utilizzato DoNotPay per redigere diversi documenti legali: un reclamo per discriminazione sul lavoro, un deposito in tribunale per controversie di modesta entità e per redigere vari documenti legali. Il risultato, secondo Faridian, non è stato soddisfacente. Al contrario, lo descrive come “scadente”.

Tuttavia, il fondatore di DoNotPay non si è lasciato intimidire dalla battaglia legale ed ha replicato con un duro appello contro l’avvocato Jay Edelson, definendolo simbolo di tutto ciò che è sbagliato nella legge e accusandolo di fare soldi a spese dei consumatori. Nonostante la sfida rappresentata da Edelson, Browder assicura di non arrendersi e di continuare a lottare per i suoi clienti.

Tutti contro DoNotPay

Oltre alla denuncia da parte dello studio legale Edelson, anche i pubblici ministeri dell’Ordine degli avvocati di Stato hanno agito contro DoNotPay per “pratica non autorizzata della legge”. Questo è stato contestato in quanto il servizio intende portare l’assistenza legale ai consumatori che altrimenti non avrebbero i mezzi per accedere a questo tipo di servizio, ma ci sono regole e leggi che disciplinano la pratica legale che devono essere rispettate. Portare un avvocato robot in una stanza fisica potrebbe essere considerato una pratica non autorizzata della legge in alcuni stati e potrebbe comportare sanzioni che vanno fino a sei mesi di carcere.

C’è poi un altro aspetto da considerare: nessun giudice sarebbe disposto ad aspettare pazientemente mentre il litigante attende le istruzioni dell’avvocato robot.