Capacità di adattamento, aggiornamento continuo e spirito di sacrificio. Non ha dubbi la presidente dell’Ordine degli avvocati di Parma, Simona Cocconcelli, nell’indicare il solco su cui continuerà a muoversi la professione legale. Parma, con la sua produttiva provincia, non è stata risparmiata dalla pandemia e dai disastri economici che ne sono derivati. Ecco perché anche gli avvocati devono rivedere l’impostazione del loro lavoro.

«La professione – dice al Dubbio la presidente del Coa - si è profondamente evoluta e la pandemia ha accelerato il processo di digitalizzazione della giustizia. Gli avvocati sono i primi a doversi adattare alle nuove modalità, a trasformarsi e plasmarsi alle nuove esigenze per tutelare al massimo il proprio cliente. L’organizzazione unipersonale dello studio legale, in particolare quella più diffusa a Parma e provincia, rischia di non sopravvivere alle profonde necessità di essere sempre presenti, aggiornati e organizzati per adempiere agli incombenti telematici. Gli studi con più avvocati, collegati tra loro in forma solo associata o di Sta, con un’organizzazione virtuale in cloud e collegamenti da remoto al server, garantiscono al singolo componente avvocato, soprattutto in periodo di pandemia a causa della quarantena o di lockdown, di poter continuare a essere operativo e raggiungibile per lavorare da casa come in ufficio. Diversamente, rischieranno di essere sempre meno inseriti nel contesto giuridico, legale e giudiziario coloro ai quali tutti i mezzi telematici digitali risultano ostili».

I cambiamenti tecnologici (si veda Il Dubbio del 4 febbraio 2022) non vanno visti come una minaccia, ma come un’opportunità da cogliere al volo, senza però mai dimenticare la centralità del professionista. «Quanto sta avvenendo – evidenzia l’avvocata Cocconcelli - non significa che le macchine e gli algoritmi, per quanto sofisticati, possano sostituire l’uomo e la ragione, restando incapaci dell’ascolto e del prestare quella vicinanza che i nostri clienti, soprattutto in materia di diritto di famiglia, necessitano» . La tendenza a guardare alla Pa quale lido più sicuro non risparmia neppure gli avvocati di Parma. «Nel nostro Coa – commenta Cocconcelli - ci sono sempre stati colleghi che si sono cancellati per lavorare nel pubblico impiego, ma anche per trovare collocazione negli uffici legali di società. Nel 2020 questo numero è certo aumentato, così come diversi avvocati hanno scelto di anticipare in pensionamento». I dati parlano chiaro: al 31 dicembre 2019 risultavano iscritti al Coa di Parma 1266 avvocati, alla fine del 2020 gli avvocati iscritti erano 1263. Secondo la presidente del Coa parmense, una riduzione del numero degli avvocati potrebbe verificarsi quest’anno. «Ritengo – aggiunge - che un calo sia fisiologico e naturale. La selezione del mercato ci porterà ad essere sempre più settoriali per non dire specializzati e organizzati. Abbiamo richieste di standard elevati per poter meglio rispondere alle esigenze dei clienti. Le risorse finanziarie per iniziare un’attività legale devono necessariamente essere discrete per poter garantire una copertura assicurativa adeguata, uno spazio in condivisione/ studio legale per ricevere, un pc di ultima generazione, firma digitale, pec e accesso ai portali ministeriali, oltre che l’accesso a diverse banche dati, cartacee o on line per affinare con continuità la preparazione professionale Tanto basta per evidenziare le differenze tra quello che necessitava al neo avvocato venti o trent’anni fa per approcciarsi alla professione forense e quello che invece occorre oggi solo per iniziare a lavorare» . Parma continua ad essere una città che garantisce una qualità della vita, anche professionale, ad alti livelli. «Gli avvocati iscritti a un Ordine come il nostro – afferma Cocconcelli - hanno la fortuna di trovare concentrati Tribunale, Procura, Giudice di pace, Tar, Commissione Tributaria e per lo più gli studi in centro storico. Queste condizioni oggettive ci consentono, in periodi di normale apertura e accesso del pubblico, di svolgere diverse udienze e attività anche nel medesimo giorno. Ci si conosce quasi tutti e questo spesso agevola buoni rapporti di colleganza e rispetto reciproco. Talvolta ciò che è pregio, si trasforma in difetto e così avviene per le limitate potenzialità di un Foro piccolo per uno studio legale nuovo di potersi fare conoscere e lavorare. Si sentono propri gli spazi e i luoghi in cui si svolge l'attività e più facilmente ci si indigna se qualcosa non funziona. Si vorrebbe primeggiare sia come categoria di professionisti sia come presidio di giustizia. Questo, però, non avviene in tutti gli ambiti del diritto e tutta l’avvocatura si unisce facendo capo alle associazioni forensi, sempre localmente vigili e collaboranti, per cercare soluzioni a problemi piccoli e grandi che frenano traguardi che in altri Fori sembrano semplici da raggiungere».

In questo contesto è fondamentale una interlocuzione costruttiva con gli altri protagonisti della giurisdizione. «Il dialogo con il Presidente del Tribunale e gli altri Dirigenti – conclude la presidente del Coa di Parma - è sempre stato aperto e continuo, anche se le segnalazioni dell’avvocatura non sempre sono tenute in considerazione, complice la cronica mancanza di organico nelle cancellerie, la disorganizzazione degli uffici, le difficoltà iniziali di accesso telematico e la poca digitalizzazione dei sistemi. Rispetto ad altri Fori, quello di Parma, che, quando ho iniziato la pratica, era molto ambito da magistrati, funzionari e cancellieri, oggi, nonostante l'ormai azzeramento del contenzioso del crac Parmalat e l’elevato range della qualità della vita registrato, non pare più essere meta preferita, ma mero luogo di passaggio. Questo tour di nomine di magistrati che rimangono il tempo necessario per essere trasferiti più vicini ai luoghi di provenienza, sfilaccia le sezioni e crea dei vuoti. Ad oggi l’organico della magistratura è a pieno regime con l’ampliamento della pianta organica del Tribunale. Questo comunque non vuol dire che le cose vadano meglio. L’augurio è di affrontare il 2022 con rinnovato entusiasmo e con un concreto abbattimento dell’arretrato, dato che Parma è all’ultimo posto nelle statistiche del Distretto, con consapevolezza che non deve essere pregiudicato il diritto e la tutela delle ragioni delle parti» .