La sezione penale dibattimentale del tribunale di Cosenza conta pochi giudici. L’allarme arriva direttamente dalla Camera Penale di Cosenza, la quale solleva la questione inviando il documento alle istituzioni ministeriali e ai rappresentanti del Distretto giudiziario di Catanzaro, nonché ai vertici di Palazzo dei Marescialli. In sostanza, al dibattimento servirebbe un altro giudice per comporre i collegi giudicanti senza ricorrere a “prestiti” da altre sezioni.

«La perdurante carenza di magistrati che affligge la Sezione penale del Tribunale di Cosenza, che, nonostante la innegabile abnegazione della Presidente dott.ssa Ciarcia e di tutti i giudici della stessa Sezione, sta determinando, riguardo ai giudizi Monocratici, la trattazione di un abnorme numero di processi da parte dei pochi magistrati e, dinanzi al Collegio, il frequente mutamento dei relativi componenti nel corso di uno stesso giudizio, con sostituzioni, anche, da parte della magistratura onoraria» scrivono i penalisti di Cosenza.

Per la Camera Penale di Cosenza, inoltre, «è intollerabile, in merito al detto “turnover” di giudici, che la giustizia penale versi in condizioni tali da tramutare in regola la eccezione ai principi della oralità e della immediatezza, atteso che la prova non partecipata ma solo letta (“Bajrami”) o videoregistrata (“Cartabia”) deve restare relegata a extrema ratio del giusto processo accusatorio, dimodoché la deroga alla potenza di verità derivante dall’ascolto diretto mai costituisca la “panacea processuale” di disservizi degli Uffici giudiziari».

I penalisti ritengono «parimenti inconcepibile che dall’abnorme numero di affari penali “riversati” a ciascun giudice possano discendere: (-) la violazione del diritto delle parti a essere giudicate da un giudice la cui serenità nella formazione del libero convincimento, al pari della terzietà e imparzialità, deve continuare a essere valore irrinunciabile, (-) la violazione del diritto ad un processo dalla durata ragionevole, che è garanzia della presunzione di innocenza, soprattutto al cospetto della cosiddetta “confisca dell’improcedibile”, prevista dall’articolo 578 ter cod. proc. pen.».

La protesta riguarda anche il sistema carcerario. A ciò infatti si aggiunge «l’impossibilità per i detenuti di preparare adeguatamente la difesa avendo dimezzato i colloqui difensivi sino a poche ore settimanali per una intera popolazione carceraria di oltre 250 unità e l’impossibilità per le parti processuali di conoscere tempestivamente gli atti e i documenti depositati telematicamente dalle altre parti del giudizio».

La Camera Penale quindi ha disposto l’astensione in bianco per sabato 11 marzo 2023 «prevedendo, in assenza di interventi dell’Ufficio di Presidenza del Tribunale di Cosenza e dell’Amministrazione penitenziaria di Cosenza tesi al ripristinino delle garanzie e dei diritti dei detenuti e delle parti processuali nei termini segnalati, di disporre, conformemente all’articolo 2, comma 4 del “Codice di Autoregolamentazione delle astensioni dalle udienze degli Avvocati, l’assunzione di ulteriori iniziative da lunedì 27 marzo 2023».