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“Qualche volta ho come l'impressione che qualcuno pensi ancora allo Statuto Albertino in cui, come è noto, veniva affidata la funzione legislativa congiuntamente alle due Camere e al re. Quando le Camere approvavano la legge, il re prima di promulgarle doveva apporre la sua sanzione, cioè la sua condivisione nel merito, perché aveva anche attribuito il potere legislativo. Fortunatamente non è più così. Il Presidente della Repubblica non è un sovrano, fortunatamente, e quindi non ha questo potere”.
Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo all'incontro con il presidente di Casagit, Gianfranco Giuliani, con una delegazione. “C'è chi gli si rivolge chiedendo con veemenza: 'il Presidente della Repubblica non firmi questa legge perché non può condividerla, perché gravemente sbagliata', oppure: 'il Presidente Repubblica ha firmato quella legge e quindi l'ha condivisa, l'ha approvata, l'ha fatta propria'. Il Presidente della Repubblica non firma le leggi, ne firma la promulgazione, che è una cosa ben diversa”, ha sottolineato il capo dello Stato. Che come potere “ha soltanto quello che ho descritto. Anzi nei suoi compiti c'è, tra quelli fondamentali, quello di fare in modo che ciascuno rispetti la Costituzione. A partire da sé stesso, naturalmente, e che ciascuno la rispetti nel colloquio e nel confronto tra gli organi costituzionali”.
“Sarebbe grave se uno di questi, e tra questi anche Presidente della Repubblica, pretendesse di attribuirsi compiti che la Costituzione assegna ad altri poteri dello Stato. E questo è una indicazione di democrazia che si inserisce in quell'armonico disegno che la nostra Costituzione indica e presenta in maniera sinceramente ammirevole per coloro che la scrissero, che ebbero la forza - in condizioni difficili e anche dialetticamente molto accese - di definirla e approvarla. Anche questo rientra nella libertà, nel rispetto della libertà di tutti coloro a cui la Costituzione assegna un compito, che nessun altro può sottrarre per farlo proprio”.
Mattarella continua: “E questo esercizio di libertà costruttiva, positiva, in cui la democrazia si esprime, quello che fa Casagit è un messaggio, un contributo significativo, perché è quello di garantire la tranquillità, la serenità dei giornalisti, sotto diversi profili: della sanità, della salute, del sociale che, complessivamente, è un compito indispensabile per la nostra democrazia. Che muta nel tempo, come quella splendida stampa che mi avete donato. Quella splendida vista – ha concluso il capo dello Stato - indica che muta molto nel tempo. Non siamo più con i cavalli, con le carrozze, neanche più con le auto, con le Flaminie degli anni '50”.