«Borsellino e Falcone avevano dimostrato che la mafia poteva essere sconfitta. Il loro esempio ci invita a vincere l’indifferenza, a combattere le zone grigie della complicità con la stessa fermezza con cui si contrasta l’illegalità, a costruire solidarietà e cultura dove invece le mafie puntano a instillare paura». Parla di zone grigie il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo messaggio in occasione dell’anniversario della strage di via D’Amelio.

Parole che, in maniera sottile, sembrano richiamare l’attenzione della politica, in un momento in cui si punta a cancellare dal codice penale l’abuso d’ufficio, ritenuto da molti magistrati reato spia di connivenze ben più pericolose. E sono anche i giorni della polemica sul concorso esterno, da molti ritenuto in pericolo dopo le parole del ministro Carlo Nordio, ma intoccabile, stando alle dichiarazioni della presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Mattarella ha scelto proprio questa giornata per firmare il ddl Nordio sulla giustizia, destinato ad aggiustamenti proprio sull’abuso d’ufficio, per evitare contrasti con l’Unione europea, che teme un allentamento nella lotta alla corruzione. E forse non è un caso, dunque, se il Capo dello Stato ha scelto di pronunciare queste parole poco prima di compiere un atto formale, che consentirà l’approdo del testo in Commissione Giustizia.

«La Repubblica si inchina alla memoria di Paolo Borsellino, magistrato di straordinario valore e coraggio, e degli agenti della sua scorta - Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina - che con lui morirono nel servizio alle istituzioni democratiche», ha aggiunto il Capo dello Stato, ricordando come «quel barbaro eccidio, compiuto con disumana ferocia, colpì l’intero popolo italiano e resta incancellabile nella coscienza civile. Il nome di Paolo Borsellino, infatti, al pari di quello di Giovanni Falcone, mantiene inalterabile forza di richiamo ed è legato ai successi investigativi e processuali che misero allo scoperto per la prima volta l’organizzazione mafiosa e ancor di più è connesso al moto di dignità con cui la comunità nazionale reagì per liberare il Paese dal giogo oppressivo delle mafie - ha aggiunto Mattarella -. In questo anniversario, desidero rinnovare i sentimenti di cordoglio e vicinanza ai familiari di Paolo Borsellino e degli altri servitori dello Stato che pagarono con la vita la difesa della nostra libertà».