Piena condivisione del Senato all’azione del governo. La guerra in Ucraina va fermata, la democrazia e la libertà riaffermate. Le comunicazioni del presidente del Consiglio sugli sviluppi del conflitto scatenato dalla Russia, vengono sottolineate da molti applausi dei senatori e gli interventi che seguono il discorso di Mario Draghi sono tutti contro le decisioni prese da Putin. La risoluzione unitaria, condivisa anche da Fratelli d’Italia, passa a larga maggioranza: 244 sì, 13 no e 3 astenuti. Tra i contrari c’è anche il senatore di M5s Vito Petrocelli, presidente della commissione Esteri, che già nei giorni scorsi aveva manifestato la sua contrarietà al documento. Un voto, quello del parlamentare grillino, che ha scatenato la reazione di Forza Italia, di Italia viva e del Partito democratico ma che non dovrebbe provocare sanzioni da parte del Movimento, che con la capogruppo Mariolina Castellone ribadisce il pieno sostegno all’esecutivo e chiede un impegno a oltranza «per riannodare il dialogo, per arrivare a una tregua umanitaria e a un cessate il fuoco che apra la via a un negoziato» perché, sottolinea, oggi «è il momento di lavorare per costruire la pace».

Il discorso di Draghi

«L’Italia non intende voltarsi dall’altra parte. L’Italia è solidale con Zelensky e con il popolo ucraino, lo aiuta a difendersi dalla Russia. L’Italia condanna Putin e ammira il coraggio di chi in Russia manifesta contro l’invasione», ha detto il Presidente del Consiglio dopo avere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto legge che consente, in deroga alle leggi vigenti, la cessione di mezzi, materiale, equipaggiamento militare «a un Paese in guerra». In Romania le forze aeree italiane saranno raddoppiate. L’Italia fa questa scelta «senza precedenti» insieme all’Europa. La Russia ha premeditato da tempo l’aggressione all’Ucraina: «Le riserve della banca centrale russa sono state aumentate sei volte dall’invasione della Crimea a oggi. Come si fa di solito, alcune sono state lasciate in deposito presso altre banche centrali in giro per il mondo e altre depositate presso banche normali. Non c’è quasi più nulla, è stato portato via tutto. Queste cose non si fanno in un giorno. Si fanno in molti mesi. Quindi non ho alcun dubbio che ci fosse molta premeditazione, molta preparazione». Draghi giudica «grave» il gesto di Putin che ha messo in allerta il dispositivo difensivo nucleare. «Un altro segnale preoccupante proviene dalla vicina Bielorussia che ha eliminatolo status di Paese denuclearizzato. Questo potrebbe implicare la volontà di dispiegare sul proprio suolo armi nucleari provenienti da altri Paesi». Draghi preannuncia sanzioni anche per la Bielorussia «visto il crescente coinvolgimento nel conflitto». Per quanto riguarda i profughi l’Unhcr stima che gli sfollati interni potrebbero essere 7,5 milioni, i rifugiati tra i 3 e i 4 milioni. «Quattrocentomila persone -sottolinea Draghi - hanno già lasciato l’Ucraina». L’Italia farà la propria parte per l’accoglienza. Il decreto legge, approvato ieri e già in vigore, crea ulteriori 16mila posti per gli ucraini nei centri di accoglienza. Gli ucraini che già vivono in Italia sono 236mila.Il punto debole dell’Italia è l’importazione di gas. «L’Italia- ricorda Draghi - importa circa il 95% del gas che consuma eoltre il 40% proviene dalla Russia. Al momento non ci sono segnali di un’interruzione delle forniture. Nel breve termine, anche una completa interruzione dei flussi di gas dalla Russia a partire dalla prossima settimana non dovrebbe di per sé comportare seri problemi. Tuttavia, in assenza di forniture dalla Russia, la situazione per i prossimi inverni, ma anche nel prossimo futuro più immediato, rischia di essere più complicata». Il Governo studia le contromisure: più gas da Algeria e Azerbaigian, più gas naturale liquido, raddoppiare la capacità del gasdotto Tap, stoccaggio e approvvigionamento comune della Ue, eventuali incrementi temporanei della produzione a carbone o petrolio, senza creare nuovi impianti. Se necessario, una maggiore flessibilità sui consumi di gas, in particolare nel settore industriale e termoelettrico. Ai 2300 italiani che ancora vivono in Ucraina Draghi lancia un messaggio chiaro: «Utilizzate tutti i mezzi disponibili, inclusi i treni, per lasciare la città, negli orari in cui non c’è il coprifuoco. Raccomandiamo la massima cautela». Sul futuro della crisi ucraina Draghi conclude: «Bisogna pensare che alla fine da tutto ciò si uscirà con la pace e per arrivare alla pace ci vuole il dialogo. Ma ho l’impressione che questo non sia il momento».

Le reazioni

Anche per Matteo Salvini questo è «il tempo del dialogo e della diplomazia perché purtroppo la storia insegna che se alle bombe si risponde con le bombe va a finire male». Il leader della Lega apre le porte ai rifugiati ed esprime dubbi sull’invio di armi agli ucraini. «Non faccio il generale, lascio valutare loro», puntualizza però prima di citare il Papa: «Credo nella via indicata dal Santo Padre che ha chiesto una giornata di preghiera e digiuno». Dal Partito democratico Roberta Pinotti, presidente della commissione Difesa, ricorda che quella della Russia contro l’Ucraina «è una guerra portata da uno Stato sovrano contro un altro Stato sovrano, è un attacco al cuore dell’Europa, ai valori nei quali si riconosce». Per questo, spiega, «ora è fondamentale concretizzare una difesa comune, un pilastro per far sentire la voce dei valori sui quali si fonda l’unione dei popoli europei. La storia ci impone di dare delle risposte chiare e forti». La scelta dell’Italia, afferma inoltre Anna Maria Bernini, presidente dei senatori di Forza Italia, «è una scelta di civiltà che ci impegniamo a sostenere» per «spegnere una guerra che sta ardendo nel cuore dell’Europa. Difendere il popolo ucraino - aggiunge - è difendere le nostre case, la nostra Patria, il nostro mondo. Non possiamo rimanere indifferenti quando vengono rotti gli schemi della democrazia». Alla maggioranza si è unita anche Fratelli d’Italia. «Dobbiamo essere pronti ad adottare sanzioni, che pure costituiranno un danno per noi, le nostre famiglie e la nostra Nazione, sapendo che il Governo - gliene diamo mandato - farà in modo che siano sempre eque e non ricadranno su una Nazione più che su un’altra», dice Ignazio La Russa esprimendo il voto favorevole del gruppo alla risoluzione. «Nulla come le difficoltà, le crisi e le tragedie può avere come conseguenza il rinsaldarsi delle radici di un popolo e di popoli che hanno radici comuni. I fatti di questi giorni rinsaldano questa consapevolezza e ci spingiamo a dire che oggi siamo tutti ucraini», conclude. Anche Più Europa, componente del gruppo Misto, appoggia l’azione del governo. Emma Bonino riprende le parole pronunciate da Draghi e invita al realismo: «Bene ha fatto il presidente a dire che l’Italia avrà dei costi da pagare. Ricordiamolo nel futuro - ribadisce - per evitare che tra tre mesi inizino dei distinguo. Abbiamo la responsabilità di preparare l’opinione pubblica in modo che resti coesa al fianco delle iniziative che state prendendo. Non sarà facile ma dobbiamo essere pronti a questo, anche per essere credibili nei confronti dei nostri alleati», dice ancora. Oltre a quella bipartisan, al Senato sono state presentate altre quattro risoluzioni da parte di diverse componenti del gruppo Misto, da Sinistra italiana a Italexit di Gianluigi Paragone. Chiedevano di non inviare armi agli ucraini in guerra e di favorire il dialogo tra le parti. Sono state tutte respinte dall’Aula.