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La tentata marcia su Mosca del gruppo paramilitare Wagner e la sua successiva ritirata, che ha tenuto con il fiato sospeso il mondo, non e' finita nel nulla: «E' il sismografo di una guerra interna, di lotte intestine, di un establishment in ebollizione che si ritaglia spazi di potere anche personale». E che «mostra una evidente debolezza di Putin». Ma, dice al "Corriere della Sera" Guido Crosetto, ministro della Difesa e tra i fondatori di Fratelli d'Italia, non bisogna illudersi: «Sul fronte occidentale non è cambiato nulla. La Russia continua a lanciare missili: lo ha fatto anche sabato. Questo e non solo questo significa che dobbiamo restare a fianco di Kiev, ma accanto all'aiuto serve sempre, e sempre di più, la ricerca di una via d'uscita diplomatica».
Il ministro spiega cosa è successo in Russia: «Sta andando avanti uno scontro tra milizie private, cresciute nel tempo, e le forze armate pubbliche. E' difficile per tutti prevederne gli esiti e capirne le logiche profonde, ma una cosa e' certa: gli eventi hanno messo in luce una debolezza cronica della Russia».
C'è chi dice che Putin sia più debole, chi sia più forte. «A noi deve interessare quali saranno le conseguenze sudi noi e sull'Ucraina. Chiaro che la mediazione è dello stesso Putin, attraverso (il leader bielorusso Aleksandr) Lukashenko, ma anche se la sua immagine è scalfita mi chiedo: una bestia ferita è più mansueta o più pericolosa perché pronta a reazioni scomposte? Perché la guerra, anche nelle ultime difficili ore, non si è mai fermata. Quindi, ancor più oggi di ieri, all'Ucraina serve il nostro aiuto, ma serve anche il massimo sforzo da parte di tutti per una soluzione diplomatica», ha concluso Crosetto.