IRAN, DENUNCIA DEI PARENTI: «È SOTTO TORTURA»

A umentano i timori per le condizioni del rapper iraniano Tomaj Salehi, arrestato la settimana scorsa e costretto a una video confessione che ha allarmato familiari e attivisti per i diritti umani. Molto seguito nel suo Paese, e schieratosi subito a sostegno delle vaste manifestazioni che da sette settimane chiedono la fine della Repubblica islamica, Salehi è stato trasferito nel famigerato carcere di Evin, a Teheran, secondo quanto riferito a IranWire dai suoi familiari.

Lo zio Iqbal Iqbali ha raccontato che, martedì scorso, la famiglia è andata alla prigione Dastgerd a Isfahan, dove ha appreso che Salehi è stato «trasferito a Evin», il carcere dove sono detenuti i prigionieri politici.

«È nelle mani di funzionari dell’intelligence» e «non è autorizzato a chiamare o ricevere visite», ha detto Iqbali, lanciando l’allarme sull’incolumità del musicista, la cui vita - a suo dire - «è ora in pericolo».

A preoccupare ulteriormente è anche la video- confessione, secondo la famiglia estorta con la forza, in cui Salehi dice di «pentirsi» : appare bendato e in ginocchio e con segni di violenza. Il video è stato diffuso dai media affiliati al regime, ma è partita subito una campagna sui social in farsi per non condividerlo: «Lo scopo di queste immagini è creare paura e disperazione, non diffondetele», ha twittato il celebre Hichkas, considerato il «padre del rap persiano» e in auto- esilio all’estero.