"A me sembra una follia. Si è scambiata un’infezione appena più seria di un’influenza per una pandemia letale. Non è così. Guardate i numeri" Parole di Maria Rita Gismondo, direttore responsabile di Macrobiologia clinica, Virologia e Diagnostica Bioemergenze dell’ospedale Luigi Sacco di Milano. "Questa follia farà molto male, soprattutto dal punto di vista economico. I miei angeli sono stremati. Corro a portar loro la colazione. Oggi la mia domenica sarà al Sacco. Vi prego, abbassate i toni! Serena domenica!».«Scusate, ma state calmi...forse sono davvero burned...questa settimana sono morti in Italia 2 pazienti a causa del Coronavirus e 24 per influenza. Rispettivamente 50 casi positivi e 656.000...mah! per me c’è un chiasso eccessivo...buonanotte. Dormo con un orecchio al telefono. Domani mattina alle 7 sarò in ospedale. Fate sogni d’oro!» Uno sfogo che ha fatto il giro del web e che ha immediatamente provocato la replica del virologo Roberto Burioni: "Niente panico, ma niente bugie. Attenzione a chi, superficialmente, dà informazioni completamente sbagliate. Qualcuno, da tempo, ripete una scemenza di dimensioni gigantesche: la malattia causata dal coronavirus sarebbe poco più di un'influenza. Ebbene, questo purtroppo non è vero» scrive sul sito Medical Facts. D'altra parte sono giorni che va avanti una sorta di guerra sotterranea giocata a colpi di social, tra "ottimisti" e "allarmisti". E forse sarebbe il caso di lasciare la voce alle autorità sanitarie ufficiali. A cominciare dell'Istituto superiore di Sanità. Parole tranquillizzanti arrivano anche da Ilaria Capua, la più nota e importante virologa italiana: "Mi si chiede come mai in Italia il virus stia colpendo in modo così aggressivo. È una domanda mal posta. Troviamo tutti questi malati in questo momento, perché, semplicemente, abbiamo cominciato a cercarli. Cioè abbiamo iniziato a porci il problema se certe gravi forme respiratorie simil-influenzali fossero o meno provocate dal coronavirus. Sino a due settimane fa non avevamo nemmeno a disposizione, negli ospedali cittadini, i test diagnostici per riconoscerlo. Mi si chiede come si è giunti sino a questo livello di emergenza". L'ultima valutazione del Cnr parla di bassi rischi: "I dati epidemiologici oggi disponibili su decine di migliaia di casi, causa sintomi lievi/moderati (una specie di  influenza) nell'80-90% dei casi. Nel 10-15% può svilupparsi una  polmonite, il cui decorso è però benigno in assoluta maggioranza. Si calcola che solo il 4% dei pazienti richieda ricovero in terapia intensiva.Il rischio di gravi complicanze aumenta con l'età, e le persone sopra 65 anni e/o con patologie preesistenti o immuno depresse sono ovviamente più a rischio, così come lo sarebbero per l'influenza."