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Omicidio Giulio Regeni
Fonti giudiziarie italiane hanno condiviso in esclusiva con Al Jazeera un video di 25 secondi che mostra come Giulio Regeni fosse stato seguito dalle forze di sicurezza egiziane nei giorni precedenti la sua scomparsa, avvenuta il 25 gennaio 2016. Si tratta della prima prova dell’attenzione delle autorità del Cairo per il ricercatore italiano, trovato morto alla periferia della capitale il 3 febbraio 2016 con segni di tortura sul corpo. Il video sarebbe stato inviato ad Aser Kamal, il funzionario responsabile della sorveglianza degli stranieri, da un agente, chiamato Mohammed Abdullah, che si ode chiedere istruzioni sul pedinamento. Le fonti hanno riferito inoltre ad Al Jazeera che le forze di sicurezza egiziane avevano perquisito l’appartamento di Regeni e minacciato il suo coinquilino nei giorni precedenti il suo rapimento. «Ho solo bisogno che qualcuno mi chiami per quello che ho con me», sono le parole pronunciate da Abdullah nel video, «il ragazzo se ne è appena andato. Posso spegnere o continuare a registrare. Tutto quello che volete che faccia. Non capisco cosa dovrei fare adesso». Il luogo del pedinamento, scrive Al Jazeera, è Nasr City, il distretto a est del Cairo dove fu trovato il cadavere del ventottenne a nove giorni dalla sua scomparsa. Secondo le fonti giudiziarie sentite dall’emittente qatariota, il video risale a due settimane prima del rapimento di Regeni.