Inghiottito da un buco nero, lo stesso che ha fagocitato uomini e storie del Dopoguerra. Mauro De Mauro, cronista di razza de L'Ora di Palermo, scomparve una fresca sera di settembre dinanzi casa. Era il 16, preso dai preparativi per il matrimonio della figlia Franca, si attardo' per scaricare dall'auto delle buste. De Mauro non oltrepasso' mai piu' il portone di via delle Magnolie dove ad attenderlo c'era la figlia. L'ultima ad averlo visto, la testimone che racconto' di quei tre uomini con i quali si allontano' a bordo della propria auto. Per sempre. I racconti dei pentiti hanno dato diversi identikit su quei tre uomini, ma nonostante le ipotesi e le sentenze successive, a distanza di 50 anni su chi abbia ucciso e fatto sparire il corpo di De Mauro resta ancora il mistero. Ma ancora di piu' resta oscuro il movente. Di piste in 50 anni ne sono state seguite molteplici, battute dai piu' grandi investigatori, come Carlo Alberto Dalla Chiesa, il capitano dei carabinieri Giuseppe Russo ed il capo della Mobile Boris Giuliano. Tutti in seguito uccisi da Cosa Nostra. La teoria piu' attendibile, e accreditata dalla sentenza del 2011, porta alla morte di Enrico Mattei. La "pista Mattei" appare ancora oggi la piu' plausibile. De Mauro aveva ricevuto dal regista Francesco Rosi l'incarico di "indagare" sull'incidente aereo di Bascape', dove l'industriale perse la vita. l giornalista il compito di ricostruire le ultime ore in Sicilia del presidente dell'Eni, un lavoro necessario per potere realizzare la sceneggiatura del film "Il caso Mattei". Secondo le rivelazioni dei collaboratori di giustizia, primo fra tutti Tommaso Buscetta, sarebbero stati gli uomini di Bontate a farlo sparire nel nulla, per mettere un freno alla sua inchiesta sulla morte del manager. Ma le ragioni che si nasconderebbero dietro alla scomparsa non si esaurirebbero soltanto con il lavoro che stava conducendo per ricostruire la vicenda che coinvolse l'industriale, alla ricerca di un retroscena e dei possibili responsabili della sua fine, ma la mafia voleva uccidere De Mauro anche per la sua attivita' di cronista scomodo, per quel suo curiosare, chiedere, informarsi. Mettere il naso nelle cose di Cosa nostra. Gia' nel gennaio del 1962 aveva pubblicato su L'Ora i verbali di polizia del medico Melchiorre Allegra, uomo d'onore pentitosi nel 1933, in cui veniva ricostruito il vertice mafioso. Qualche anno dopo aveva pure pubblicato una biografia di Lucky Luciano. E poi le sue tante inchieste, i suoi servizi ricchi di dettagli, di particolari sconosciuti e le informazioni preziose. Come ebbe a dire Buscetta: "De Mauro era un cadavere che camminava". Inevitabile che le indagini che seguirono alla scomparsa del giornalista siano state contrassegnate da depistaggi e false piste. Una condizione quasi naturale negli anni del Dopoguerra, in quel lungo periodo avvelenato dai misteri, dei servizi segreti deviati, degli interessi esteri, da quelle tante lesioni sul tessuto democratico dell'Italia. Sulla sua figura sono stati pure proiettati inquietanti sospetti, come quello di avere compiuto inchieste per ragioni meschine, allo scopo di ordire ricatti per ottenere benefici di varia natura. La storia di De Mauro è una pagina oscura, una delle tante, di un'Italia avvolta dai misteri. Ma e' anche il racconto della vita di un cronista coraggioso e determinato nel ricercare la verita'.