Onorevole Mule, è d’accordo con la proposta del ministero della Giustizia di far uscire i tossicodipendenti dal carcere per farli accogliere in comunità?

Guardi, domenica scorsa ero alla comunità Incontro di don Pierino ad Amelia, in provincia di Terni. Ci vado spesso per vedere da vicino i percorsi che i tossicodipendenti, anche detenuti, intraprendono nella comunità. Giusto giusto domenica ho parlato a lungo con un ragazzo che sta lì da sei mesi e che solo grazie al fatto di stare là si sta salvando da tragedie alle quali andrebbe incontro se fosse fuori o in carcere. La comunità è un elisir dal punto di vista psicologico, perché attraverso un percorso che può durare anche oltre la pena da espiare riattiva e rimette in sesto una persona. La comunità ti dà la possibilità di imparare un lavoro e spesso ti inserisce anche nel mondo del lavoro. Quindi non solo ben venga la proposta, ma bisogna fare in fretta.

Quali possono essere i rischi se venisse preso tale provvedimento?

Non ne vedo, il caso di evasione dalla comunità Incontro è praticamente zero e soprattutto il tasso di successo di detenuti che passano dalla comunità è altissimo, cioè non hanno recidive e non tornano a fare uso di sostanze. Da questo punto di vista le comunità rappresentano esattamente il principio costituzionale che lo Stato ha di rieducare il detenuto.

Quali comunità sarebbe adatte ad accogliere questo tipo di detenuti?

Qualsiasi istituto la cui sicurezza è certificata e che consente di rieducare e superare l’esperienza del carcere fine a se stessa è il benvenuto. Perché significa raggiungere lo scopo che tutti vogliamo raggiungere, e cioè che chi esce dal carcere non ne esca peggiore o uguale a come ci è entrato, ma migliore. In carcere ci deve stare chi è davvero pericoloso per gli altri, mentre i tossicodipendenti spesso sono pericolosi per se stessi e per le loro famiglie. La comunità è una equipe multidisciplinare con terapeuti, psicologi, psichiatri, nutrizionisti che aiutano il detenuto. È un mondo a sé, non ci sono detenuti lasciati soli.

La proposta è arrivata assieme a quelle di Nordio sulla giustizia, su quali aspetti Forza Italia punta maggiormente in vista della riforma?

I punti fondanti per Forza Italia sono diversi. In primis quelli che riguardano l’inappellabilità delle sentenze di assoluzione in primo grado, poi le intercettazioni, che bisogna rendere segrete non fino a quando non ne viene a conoscenza l’indagato ma fino a quando non c’è il rinvio a giudizio e che non bisogna nemmeno trascrivere quando due persone parlano di una terza. Poi la collegialità anche in sede di emissione di misure cautelari, e l’abuso d’ufficio, che nella mia visione va abrogato e non riformato, perché la situazione è intollerabile.

Una lista della spesa piuttosto lunga…

Il tempo della lista della spesa è finito. Ce l’abbiamo chiara, ora bisogna andare al supermercato, passare alla cassa e fare le riforme. Non c’è più tempo da perdere.