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La Fondazione Luigi Einaudi ha ricordato Enzo Tortora a 42 anni dal suo arresto che scosse il Paese. Al Cimitero Monumentale di Milano, dove Tortora riposa, tanti cittadini, rappresentanti delle associazioni, della politica e delle professioni si sono riuniti e hanno posato simbolicamente una rosa bianca sulla tomba del celebre presentatore Rai.
«Oggi siamo qui per mio padre e per tutte le persone che non possono essere qui. Sono tante, troppe», ha detto la figlia, Gaia Tortora. «Il nostro compito è quello di portare avanti la loro voce. L’Associazione nazionale magistrati ha detto che non è il caso di istituire una giornata per le vittime degli errori giudiziari, perché questo avrebbe gettato discredito sulla magistratura. Trovo folle che in Italia per istituire una giornata del genere, quando ne abbiamo una per qualsiasi cosa, si debba ascoltare l’Anm. Un sintomo preoccupante della nostra politica. Ma a noi non interessa e oggi la celebriamo lo stesso», ha sottolineato.
All’iniziativa hanno aderito anche i suoi storici avvocati Raffaele Della Valle e Giandomenico Caiazza. «Enzo Tortora ha vissuto quella vicenda con angoscia, ma anche con una dignità che in 62 anni di professione non avevo mai visto e non ho più ritrovato», ha detto l’avvocato Della Valle.
«Quella vicenda non è stata la storia di un errore giudiziario», ha spiegato Caiazza, «ma una perfetta anticipazione dei mali che tutt’oggi affliggono la giustizia: la Procura che difende ad ogni costo il proprio errore, il Giudice che - qui per fortuna solo in primo grado - corre in solidale soccorso del PM e della credibilità di una inchiesta clamorosa e di rilievo mediatico eccezionale».
Il presidente della Fondazione Einaudi, Giuseppe Benedetto, all’inizio della manifestazione ha regalato ai ragazzi under 30 presenti Storia della colonna infame di Alessandro Manzoni, libro che il giornalista ha voluto con sé nella tomba. «Come Enzo Tortora sono quasi mille gli innocenti che ogni anno vengono privati ingiustamente della propria libertà. Tra casi di abuso della carcerazione preventiva, processi mediatici e detenzioni disumane, domandiamoci in che stato versa oggi la giustizia nel nostro Paese», ha detto Benedetto. «La Fondazione Einaudi aveva accolto con favore il tentativo del legislatore di istituire una giornata nazionale per le vittime degli errori giudiziari», ha aggiunto. «Ma come spesso avviene in tema di giustizia, gli equilibri parlamentari hanno impedito l’approvazione della norma. Oggi non intendiamo sostituirci al Parlamento, ma svolgere un’opera di supplenza».
Per il segretario generale della Fondazione Einaudi, Andrea Cangini, invece: «Come Giordano Bruno, Enzo Tortora è un simbolo. Con la differenza che la Chiesa cattolica romana è molto cambiata dai tempi del rogo in Campo de’ Fiori, mentre la magistratura, i media e la società italiana non sono affatto cambiate dai tempi in cui Tortora subì il proprio calvario giudiziario e civile».
Insieme a Gaia Tortora, al presidente e al segretario generale della Fondazione Einaudi, Giuseppe Benedetto e Andrea Cangini, e agli avvocati Raffaele Della Valle e Giandomenico Caiazza, hanno aderito all’iniziativa l’Unione delle Camere Penali, l’avvocato Giammarco Brenelli, Nessuno Tocchi Caino, il leader dei Radicali italiani Matteo Hallisey, il presidente dell’Adam Smith Society Alessandro De Nicola, il manager Sergio Scalpelli, i consiglieri regionali della Lombardia Giulio Gallera e Manfredi Palmeri, e i consiglieri comunali di Milano Daniele Nahum e Alessandro De Chirico.