Dopo una durissima requisitoria nel processo sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato e sullo scandalo finanziario legato alla compravendita del Palazzo londinese il Promotore di giustizia Vaticano, Alessandro Diddi, ha richiesto una pena “esemplare” per il cardinale Angelo Becciu: 7 anni e 3 mesi di reclusione, l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e 10.329 euro di multa. Diddi ha chiesto 3 anni e 8 mesi per Renè Bruelhart, 5 anni e 4 mesi per monsignor Mauro Carlino, 9 anni e 9 mesi per Enrico Crasso, 4 anni e 3 mesi per Tommaso Di Ruzza, 4 anni e 8 mesi per Cecilia Marogna, 11 anni e 5 mesi per Raffaele Mincione, 6 anni per Nicola Squillace, 13 anni e 3 mesi per Fabrizio Tirabassi e 7 anni e 6 mesi per Gianluigi Torzi.

Ma secondo gli avvocati Maria Concetta Marzo e Fabio Viglione, difensori del cardinale Becciu le richieste per il loro assistito «non tengono conto degli esiti del processo, che ha dimostrato l’assoluta innocenza del Cardinale per l’operazione relativa al Palazzo di Londra e per ogni altra accusa». Per i difensori del porporato il Promotore di giustizia Vaticano «ha continuato a sostenere una tesi sganciata dalle prove sulla base di teoremi clamorosamente smentiti in dibattimento e ne prendiamo atto. Quanto alle richieste del Promotore, neanche un giorno sarebbe una pena giusta. Solo il riconoscimento dell’assoluta innocenza e l’assoluzione piena rispecchiano quanto accertato in modo chiarissimo», continuano i due avvocati.

«Il Cardinale è stato sempre un fedele servitore della Chiesa e ha sofferto in silenzio, difendendosi nel processo e partecipando attivamente alle udienze. Sottoponendosi per diverse giornate ad estenuanti interrogatori ha chiarito ogni equivoco, dimostrando assoluta buona fede e correttezza», concludono.

Sulla vicenda la diocesi di Ozieri, rappresentata dal vescovo monsignor Corrado Melis, in una nota scrive: «Si ritiene indispensabile manifestare profonda amarezza e umano sconforto per le richieste di condanna formulate dal Promotore di Giustizia presso il Tribunale Vaticano nei confronti» del cardinale Angelo Becciu.

Nella nota si precisa anche che «per la parte della requisitoria relativa al fronte sardo, di cui si apprende dalla stampa, si nega recisamente che il cardinal Becciu abbia interferito o operato interventi diversi da quelli afferenti al ruolo istituzionale nella gestione della Diocesi di Ozieri, nè sul piano strettamente amministrativo, nè per ricercare favori o benefici a vantaggio personale di terzi, tanto meno di suoi familiari o di persone vicine a Sua Eminenza».