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La Corte Suprema degli Stati Uniti potrebbe revocare il diritto all’aborto, in vigore nel Paese dal 1973: almeno a guardare la bozza di parere espresso proprio dalla massima istanza giudiziaria statunitense. Un documento, pubblicato da Politico, suggerisce infatti che la massima corte statunitense è favorevole al ribaltamento della sentenza Roe v Wade che, quasi mezzo secolo fa, legalizzò l’ aborto a livello nazionale. Ora è lecito pensare che la fuga di notizia sarà un evento sismico non solo per la Corte Suprema ma anche per la politica statunitense, che in autunno affronta le elezioni di midterm, in cui i Democratici e l’amministrazione Biden rischiano una sonora sconfitta. Anche il fatto che sia affiorato il documento è sorprendente di per sé: rappresenta una violazione importante e probabilmente senza precedenti nella riservatezza di un tribunale già accusato di subire una crescente politicizzazione. Bollato come "prima bozza", il documento sembra fotografare il fatto che la maggioranza dei giudici sia favorevole a limitare il diritto all’ aborto e dunque privare milioni di donne di quel diritto. Nella più alta istanza giudiziaria del Paese siedono sei giudici conservatori e tre liberali: tutti e tre i giudici scelti dall’ex presidente Donald Trump (Neil M. Gorsuch, Brett M. Kavanaugh e Amy Coney Barrett), insieme al giudice Samuel A.Alito Jr. -indicato come l’autore del documento- e a Clarence Thomas, avrebbero accettato di revocare il diritto all’ aborto. «È tempo di rispettare la Costituzione e di restituire la questione dell’ aborto ai rappresentanti eletti del popolo», si legge nel documento. Trattandosi di una bozza, la decisione potrebbe ancora cambiare e un verdetto ufficiale non è atteso prima di giugno. Ma è inevitabile che il dibattito si infiammi sin d’ora anche solo a partire dalla fuga di notizie: una "leak" che spingerà i Democratici a intessere la campagna elettorale, non solo sull’Ucraina, ma anche sulla tutela del diritto all’ aborto, per sollecitare la base, galvanizzarla e portarla alle urne. E infatti le proteste dei Democratici e degli attivisti non si sono fatte attendere. Un assaggio si è visto poche ore dopo la fuga di notizia: decine di manifestanti si sono radunati fuori dalla Corte Suprema, in un’atmosfera che era un misto di rabbia e lutto. La storia L’aborto è legale negli Stati Uniti da quando la Corte Suprema ha stabilito nel 1973 che lo Stato non ha il diritto d’intervenire nella decisione di una donna sulla sua gravidanza. Nell’ultimo decennio, numerosi Stati a guida conservatrice hanno approvato regole che violano palesemente tali parametri, con l’obiettivo dichiarato di convincere la Corte Suprema a rivedere e ribaltare la sentenza. Del resto la legge Roe v Wade è da tempo nel mirino della Corte perché già il Mississippi ne chiede il ribaltamento. Nell abozza di parere, Alito scrive che «la Costituzione non fa alcun riferimento all’ aborto e nessun diritto del genere è implicitamente tutelato da alcuna disposizione costituzionale». E poi aggiunge: «È tempo di dare ascolto alla Costituzione e restituire la questione dell’ aborto ai rappresentanti del popolo». Ciò significa che i singoli Stati potrebbero scegliere da soli quanto limitare l’accesso all’ aborto: diversi Stati sono già pronti ad attuare limiti estremi o divieti assoluti, tredici hanno già approvato le cosiddette leggi ’trigger’ che vieterebbero automaticamente l’ aborto se Roe fosse annullata. La novità diventerebbe un feroce campo di battaglia politico nel bel mezzo di un anno elettorale. Biden:"Diritto fondamentale, la legge va tutelata" «La mia amministrazione ha sostenuto con forza davanti alla Corte la difesa della sentenza Roe v. Wade. Abbiamo detto che Roe si basa su una lunga serie di precedenti che riconosce il concetto di libertà personale del quattordicesimo emendamento contro l’interferenza del governo in decisioni intensamente personali. Credo che il diritto di scelta di una donna sia fondamentale, Roe è legge del paese da quasi cinquant’anni e l’equità di base e la stabilità della nostra legge esigono che non venga ribaltata», commenta il presidente americano Joe Biden dopo che è trapelata la bozza della Corte suprema volta a cancellare la storica sentenza che tutela il diritto all’ aborto. «Non sappiamo se questa bozza sia genuina o se rifletta la decisione finale della Corte», ha rimarcato Biden. «Poco dopo l’emanazione della legge del Texas SB 8 e di altre leggi che limitano i diritti riproduttivi delle donne, ho incaricato il mio Consiglio per la politica di genere e l’ufficio del consulente legale della Casa Bianca di preparare opzioni per una risposta dell’amministrazione al continuo attacco all’ aborto e ai diritti riproduttivi, in una varietà di possibili esiti nelle cause pendenti dinanzi alla Suprema Corte. Saremo pronti quando verrà emessa qualsiasi sentenza», sottolinea Biden.