Per dimostrare solidarietà e sostegno a chi lotta contro il regime di Khamenei, i penalisti cosentini hanno chiesto e ottenuto la sospensione delle udienze penali per 15 minuti, per ricordare Masha Amini, Nasrin Sotoudeh, Narges Mohammadi, donne condannate in nome della repressione della libertà, in nome dei diritti violati.

Nel corso della sospensione il Presidente, la Vicepresidente e i Consiglieri del direttivo della Camera penale, hanno letto i documenti redatti in memoria di Masha Amini e in difesa di Nasrin Sotoudeh e Nages Mohammadi.

La richiesta di sospensione delle udienze penali, ha trovato accoglimento e condivisione nel presidente del tribunale di Cosenza, e dei giudici che presiedevano i processi (il presidente Francesco Luigi Branda per il collegio, e i presidenti Urania Granata e Francesca De Vuono per i ruoli monocratici, oltre al Giudice di Pace di Cosenza).

Forti le emozioni, durante la lettura dei documenti, dinanzi al Collegio della sezione penale, anche dei giudici a latere Iole Vigna e Maria Teresa Castiglione, e del pm Giuseppe Cozzolino. Analoghe le reazioni dinanzi alla Corte di Assise di Cosenza, composta dalla Presidente, Paola Lucente, e dal Giudice a latere, Marco Bilotta, nonché del pubblico ministero Domenico Frascino.

E’ stato, tra l’altro, ricordato il pensiero, sempre attuale, dell’Avvocato Luigi Gullo, precisamente il suo intervento all’inaugurazione della Camera penale di Cosenza, negli anni ’ 70: «L’Avvocato penalista dedica la propria vita non alla difesa del delitto ma alla difesa dell’uomo, perché “a professione - o se proprio volete così, la missione - del penalista è professione di libertà invisa ai tiranni e alle sgangherate democrazie in quanto noi siamo costantemente in posizione polemica con il potere quando esercita la sua violenza con la indiscriminata repressione”».

I penalisti cosentini hanno concluso gli interventi ricordando, anche, la «mattanza carceraria italiana», ricordando che «siamo qui, con il nostro cencio nero indossato, per la dignità dell’essere umano. Che è tradita nonché messa in pericolo in tutti i casi nei quali lo Stato non ne è più garante».