«Non credo che il pentitismo abbia esaurito la sua funzione e la sua efficacia nel sistema giudiziario». Lo ha affermato Giuseppe Santalucia, presidente dellAnm, intervenendo a Studio24, su RaiNews24, commentando la scarcerazione di Giovanni Brusca. Brusca, ha aggiunto, «ha collaborato con la giustizia, ha dato un apporto importante per la ricostruzione di quei fatti e quelle stragi. La legislazione premiale è appunto questo: tu collabori e ti do un premio». È questa «la logica della normativa sul pentitismo, una normativa che ha dato buona prova di sé, perché tanti fatti gravissimi sono stati accertati con sentenze passate in giudicato. Posso capire il turbamento di molti - ha concluso - ma queste sono le regole che sono state correttamente applicate. Non credo che il pentitismo abbia esaurito la sua funzione e la sua efficacia nel sistema giudiziario». «La liberazione di Brusca, che per me avrebbe dovuto finire i suoi giorni in cella, è una cosa che umanamente ripugna. Però, quella dello Stato contro la mafia è, o almeno dovrebbe essere, una guerra e in guerra è necessario anche accettare delle cose che ripugnano. Bisogna accettare la legge anche quando è duro farlo, come in questo caso», ha invece detto all'AdnKronos Salvatore Borsellino, fratello di Paolo ucciso da Cosa nostra nella strage di via DAmelio. «Questa legislazione premiale per i collaboratori di giustizia - ricorda lideatore del Movimento delle agende rosse - fa parte di un pacchetto voluto da un grande stratega, Giovanni Falcone, per combattere la mafia, dentro ci sono lergastolo ostativo, il 41 bis. Va considerata nella sua interezza ed è indispensabile se si vuole veramente vincere questa guerra contro la criminalità organizzata». «Lalternativa, in assenza dellergastolo ostativo - sottolinea ancora Salvatore Borsellino- sarebbe stato vedere tra cinque anni questa persona libera senza neppure aver collaborato con la giustizia e senza aver permesso di assicurare alla giustizia tanti altri criminali come lui». Al pentimento di Brusca, però, Salvatore Borsellino non crede. «Anche perché la sua collaborazione con la giustizia è stata molto travagliata: in un primo tempo aveva cercato di fingere per minare le istituzioni. Non credo si sia veramente pentito, come, invece, ha fatto Gaspare Mutolo, assassino anche lui, che ha ucciso, strangolandole, 50 persone a mani nude, ma che oggi penso sia una persona veramente cambiata. Di Brusca non ho questa impressione». Anche perché, è la tesi del fratello del giudice antimafia, «non ha raccontato neanche tutto quello che sa e che avrebbe potuto dire. Sicuramente, però, quello che ha detto è stato tanto e ha permesso di fare tanti processi, di assicurare tanti criminali come lui alla giustizia». Il ritorno in libertà di Brusca può costituire un pericolo? «È fondamentalmente un criminale, di una persona che uccide un bambino e lo scioglie nellacido dicendo che era come un cagnolino non ci si può fidare appieno. Ma non credo che possa costituire oggi un pericolo».