Come vi abbiamo raccontato ieri, giovedì durante il voto alla Camera sulla normativa sulla revisione dell'ergastolo ostativo, c'era da registrare la presenza di pochi parlamentari: meno di 400. Per l'esattezza 333 hanno votato sulla norma. Tanti erano in missione, qualcuno fermato dal Covid. Però, come ci dice la deputata del Partito Democratico, Enza Bruno Bossio, che quella norma non l'ha votata, «è da mesi che si discute di questo tema. Un tema molto importante, che riguarda l'esecuzione penale su cui siamo stati chiamati a legiferare su richiesta della Corte Costituzionale. Eppure ho registrato, anche tra i miei colleghi di partito, da subito un certo disinteresse. Qualcuno mi ha detto che del tema non gli importava nulla, che avrebbe seguito semplicemente la linea del Partito, senza porsi troppe domande».

Le ragioni per la Bruno Bossio sono essenzialmente due: «Certamente la materia è ostica, ma qualcuno ha anche pensato, erroneamente, che difendere la linea dettata della Consulta avrebbe significato agli occhi degli elettori porsi contro la lotta alla mafia. Su questa questione molti pensano di accreditarsi verso un certo sentimento populista astrattamente antimafia, ritenuto ancora più importante in vista delle prossime elezioni. Ma proprio qui c'è il grosso equivoco che i cittadini dovrebbero capire e noi avremmo il dovere di spiegare».

Discutendo di questa legge, ci dice infatti la Bruno Bossio, «non stavamo dibattendo di lotta alla mafia ma di come far rientrare nei ranghi costituzionali un automatismo che preclude l'accesso ai benefici per alcuni tipi di detenuti, che, ricordiamo, solo in piccola parte sono in carcere per delitti di mafia». Persino il presidente della Camera Roberto Fico, secondo la Bruno Bossio, avrebbe lanciato un messaggio erroneo: «Lui ha detto che la norma approvata è importante e necessaria per la lotta alla mafia'. Lo stesso pensiero espresso dalle pagine del Fatto Quotidiano dalla responsabile giustizia del Movimento Cinque Stelle, onorevole Giulia Sarti, in un articolo dal titolo "Ergastolo ostativo, niente sconti: i mafiosi non usciranno". Tale espressione è perfettamente in linea con lo slogan utilizzato proprio dal M5S: “il nuovo ergastolo ostativo”.

Ma lo stesso grillino Ferraresi, ci ricorda Bruno Bossio, «ha indicato le decisioni della Corte costituzionale come un “colpo mortale all’ergastolo ostativo”: un “colpo mortale” al quale la sua proposta di legge ha posto rimedio. Mentre la mia, presentata prima dell'ordinanza della Consulta, e in linea con essa per come ribadito anche dal presidente dell'Anm Santalucia non è stata proprio presa in considerazione». Per non parlare del fatto che «nelle audizioni abbiamo potuto ascoltare quei pm ai quali si ispirano questi principi incostituzionali, i quali hanno chiesto al Parlamento di non arretrare di un centimetro rispetto al rigore della norma vigente, se non si vuole offrire alla mafia “un trampolino di lancio”. Affermando, nemmeno troppo velatamente, che è la stessa Corte costituzionale che vuole offrire il “trampolino di lancio' alla mafia».

Dato questo clima e il risultato ottenuto, l'onorevole Bruno Bossio non ha partecipato al voto. Durante quel momento era fuori dall'Aula come i suoi colleghi Fausto Raciti e Matteo Orfini che come lei non hanno condiviso invece la linea del Partito democratico: «Il collega Raciti e la collega Pini hanno sottoscritto il mio emendamento poi bocciato e anche il collega Orfini condivide la linea che abbiamo tenuto». Una minoranza quindi: «Sì, ma in particolare io ho deciso di non partecipare a questo scempio costituzionale che il legislatore ha deciso di compiere non partecipando con nessun voto alla seduta di giovedì». E poi, sottolinea, «l’altro fatto grave è che si è usato il lavoro parallelo della Commissione antimafia, quella stessa commissione il cui presidente è stato teoricamente sfiduciato dai partiti che hanno votato questo testo di legge».

Comunque la partita non è chiusa. Ci aspetta la questione al Senato. Ma Bruno Bossio non nutre molte speranze: «Lì è ancora più forte la convinzione che questa norma riguardi la lotta alla mafia e non invece un problema di illegittimità costituzionale». Certo, basti pensare che a Palazzo Madama ci sono i senatori Pietro Grasso e Nicola Morra che presidieranno il risultato ottenuto alla Camera. «Forse c'è più speranza per l'emendamento Magi relativo alla Spazzacorrotti», conclude Bruno Bossio. E l'altra speranza è quella verso la Corte Costituzionale che sarà chiamata a vagliare la norma definitiva. Infatti come si legge al termine dell'ordinanza 97/ 2021 se è vero che ' spetta in primo luogo al legislatore, infatti, ricercare il punto di equilibrio tra i diversi argomenti in campo, anche alla luce delle ragioni di incompatibilità con la Costituzione attualmente esibite dalla normativa censurata' invece ' compito di questa Corte sarà quello di verificare ex post la conformità a Costituzione delle decisioni effettivamente assunte'.