79 morti in poco più di 10 mesi, gli ultimi due il 21 novembre. È il numero di
suicidi in carcere registrati fino a questo momento. Un record lugubre, terribile, inaccettabile. Mai prima d’ora era stato raggiunto questo abisso e per questo
Il Dubbio vuole lanciare un appello alle istituzioni, all'intellettualità e alla politica per fermare questa strage. Sappiamo bene cosa si dovrebbe fare per evitare o contenere questo massacro quotidiano: depenalizzare e considerare il carcere solo come extrema ratio, moltiplicare le pene alternative, dare la possibilità al cittadino detenuto di iniziare un vero percorso di inclusione nella comunità. Chi è in custodia nelle mani dello Stato dovrebbe vivere in spazi e contesti umani che rispettino la sua dignità e i suoi diritti. Chi è in custodia dello Stato non dovrebbe togliersi la vita! Insomma, sappiamo bene, perché ne discutiamo da anni, da decenni quali siano le strade per fermare la strage, ma la politica, quasi tutta la politica, è sorda perché sul carcere e sulla pelle dei reclusi si gioca una partita tutta ideologica che non tiene in nessun conto chi vive “dentro”, oltre quel muro che divide i “buoni” dai “cattivi”. Insomma, non c’è tempo: il massacro va fermato qui ed ora. E allora
proponiamo una serie di interventi immediati che possano dare un minimo di sollievo al disagio che i detenuti vivono nelle carceri “illegali” del nostro Paese.
Clicca qui per sottoscrivere la
petizione via Change.org. 1. Aumentare le telefonate per i detenuti. È sufficiente modificare il regolamento penitenziario del 2000, secondo cui ogni detenuto (esclusi quelli che non possono comunicare con l’esterno) ha diritto a una sola telefonata a settimana, per un massimo di dieci minuti. Bisognerebbe consentire ai detenuti di chiamare tutti i giorni, o quando ne hanno desiderio, i propri cari.
2. Alzare a 75 giorni i 45 previsti a semestre per la liberazione anticipata.
3. Creare spazi da dedicare ai familiari che vogliono essere in contatto con i propri cari reclusi per valorizzare l’affettività.
4. Aumentare il personale per la salute psicofisica. In quasi tutti gli istituti vi è una grave carenza di psichiatri e psicologi.
5. Attuare al più presto, con la prospettiva di seguire il solco delle misure alternative, quella parte della riforma Cartabia che contempla la valorizzazione della giustizia riparativa e nel contempo rivitalizza le sanzioni sostitutive delle pene detentive.
I firmatari
Roberto Saviano, scrittore
Vittorio Feltri, giornalista
Gherardo Colombo, ex magistrato
Patrizia Corona, vicepresidente Cnf
Francesco Greco, vicepresidente Cnf
Luigi Manconi, sociologo
Gaetano Pecorella, avvocato
Giovanni Fiandaca, giurista
Massimo Cacciari, filosofo
Ascanio Celestini, attore
Fiammetta Borsellino Mattia Feltri, giornalista
Francesca Scopelliti, Fondazione Tortora
Giuliano Pisapia, eurodeputato
Enza Bruno Bossio Walter Verini, commissione Giustizia Senato
Anna Rossomando, vicepresidente del Senato
Mariolina Castellone, vicepresidente del Senato
Pierantonio Zanettin, parlamentare
Riccardo Magi, parlamentare
Roberto Giachetti, parlamentare
Devis Dori, parlamentare
Marco Bentivogli, coordinatore Base Italia
Maurizio Turco, partito Radicale
Rita Bernardini, presidente di Nessuno tocchi Caino
Irene Testa, partito Radicale
Marco Cappato, Associazione Luca Coscioni
Igor Boni, presidente Radicali Italiani
Massimiliano Iervolino, segretario Radicali Italiani
Giulia Crivellini, tesoriera Radicali Italiani
Alessandro Capriccioli, consigliere regione Lazio +Europa/Ri
Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace
Riccardo Polidoro, osservatorio carcere Ucpi
Gianpaolo Catanzariti, osservatorio carcere Ucpi
Sergio Paparo, avvocato
Michele Passione, avvocato
Michael L. Giffoni, ex ambasciatore italiano
Paolo Ferrua, giurista
Giovanni Maria Pavarin, presidente Tribunale di Sorveglianza di Trieste
Tommaso Greco, filosofo
Tullio Padovani, giurista
Luca Muglia, garante detenuti Calabria
Roberto Cavalieri, garante detenuti Emilia Romagna
Samuele Ciambriello, garante detenuti Campania
Ristretti Orizzonti Fabio Trizzino, legale famiglia Borsellino
Adelmo Manna, avvocato, già ordinario di diritto penale Università di Foggia
Giuseppe Rossodivita, segretario Associazione Calamandrei