Il 2022 si è concluso con 84 suicidi, ma il nuovo anno si apre già con la conta drammatica dei detenuti che si tolgono la vita. Come denuncia l’associazione Antigone, solo nel primo mese del 2023, i reclusi che si sono suicidati sono stati 4, il più giovane aveva 30 anni, il più "anziano" 47. Il primo suicidio che ha “inaugurato” l’anno nuovo è avvenuto al carcere di Piacenza il 16 gennaio scorso. Si tratta di un detenuto di 32 anni di origine marocchina. La morte sarebbe causata da inalazione di gas da una bomboletta. Il detenuto era a Piacenza dallo scorso settembre, sfollato per motivi di ordine e sicurezza dal penitenziario di Reggio Emilia, ed era stato posto sotto attenzione come a medio rischio suicidario. Il Garante regionale dei detenuti, Roberto Cavalieri, aveva già manifestato forte preoccupazione per il susseguirsi di decessi in questo penitenziario. «Nel carcere di Piacenza - spiega Cavalieri - tutti i detenuti presenti sono stati classificati dalla locale unità di vigilanza e prevenzione suicidaria come a rischio: dei 382 detenuti presenti 8 sono ad alto rischio, 70 a medio rischio e 304 a basso rischio». Il garante Cavalieri ha quindi sottolineato che valutazioni sulla situazione carceraria, non permettono ai sanitari di operare al meglio per contrastare e prevenire i potenziali pericoli di suicidio e la scelta di certificare un rischio per tutti i carcerati produce, per gli stessi operatori, carichi di lavoro insostenibili.

Il 18 gennaio è toccato al carcere romano di Regina Coeli. Si tratta di un uomo di nazionalità libica, senzatetto, che si trovava in isolamento Covid. Ed è lì che si è impiccato. A renderlo noto il garante dei detenuti del Lazio Stefano Anastasìa: «Purtroppo sempre più spesso la detenzione appare come un buco nero senza speranza. Ancora una volta, senza colpevolizzare nessuno, bisognerà capire cosa avrebbe potuto fare e cosa potrebbe essere fatto per prevenire altri suicidi». Il terzo suicidio, anche se non è del tutto chiarito, è avvenuto al carcere di Terni. Si tratta di Fabio Gloria, 47 anni, già coinvolto in alcune inchieste antimafia. Il pomeriggio del 28 gennaio ha fatto una video telefonata alla moglie e presentava un occhio nero. Lui stesso le ha detto che lo avrebbe rimediato nello scontro con altri reclusi. Alle 23 la tragica notizia: «Si è ucciso». I parenti non credono a questa versione e chiedono chiarezza. L’ultimo suicidio è avvenuto alla fine del mese di gennaio e riguarda un detenuto 44enne napoletano che era recluso nel penitenziario toscano di San Gimignano. Secondo i sindacati Uil Pa, si trovava in isolamento per essere stato trovato in possesso di un micro cellulare, sanzione che sarebbe terminata tra pochi giorni. L’uomo arrivava da un altro carcere, stava scontando una pena che sarebbe terminata nel 2039 ed era in regime di alta sicurezza.

Alla luce di questi suicidi e delle criticità persistenti, Antigone continua a chiedere a governo e Parlamento di mettere il carcere al centro dell'agenda politica. «Abbiamo bisogno di interventi profondi e urgenti di riforma!», chiosa l’associazione.