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Ogni periodo storico porta con sé cambiamenti pure sulle professioni. Paolo Ponzio, presidente del Coa di Alessandria, analizza lo stato in cui versa la professione forense partendo dagli anni Novanta del secolo scorso. «Le crescenti difficoltà – dice al Dubbio - sono in realtà risalenti nel tempo e sono attribuibili a vari fattori, quali non solo il progressivo aumento e il complicarsi degli incombenti connessi alla attività, che comportano l’aggravio dei rischi e dei costi dei beni strumentali, ma anche l’aumento degli iscritti, che ha avuto dalla fine degli anni Novanta una crescita vorticosa fino agli ultimi anni, nonché la stagnazione, se non il regresso delle condizioni economiche generali del Paese. Tutto ciò si è tradotto, molto spesso, in risultati non sempre proporzionati, soprattutto dal punto di vista reddituale, all’impegno ed ai costi sostenuti. Il tutto senza considerare che le competenze, le esperienze e le conoscenze, e quindi l’impegno per la preparazione e la formazione necessarie per svolgere in modo adeguato la professione si sono moltiplicate nel tempo». Specializzazioni sì, ma senza pensare di trascurare i pilastri del diritto. «Non bisogna dimenticare – evidenzia il presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Alessandria - che, da un lato, si è richiesta agli avvocati sempre maggior specializzazione, per poter dare risposte di elevata professionalità e competenza alla clientela, ma, al tempo stesso, le basi del diritto civile, amministrativo e penale, debbono essere un patrimonio giuridico e culturale di ogni avvocato». Nel Coa di Alessandria sono iscritti 672 legali (341 uomini e 331 donne). I praticanti sono 104 (38 uomini e 66 donne). Le cancellazioni dall’albo, fino ad oggi, sono state 24. Di queste 6 si riferiscono ad avvocati che hanno riposto la toga nell’armadio, essendo vincitori di concorso nella Pubblica amministrazione. Sono invece 12 gli iscritti all’albo nel 2021. Questa situazione non desta preoccupazioni tra gli avvocati alessandrini. «L’eccessiva crescita degli iscritti – commenta il presidente Ponzio - ha determinato probabilmente un eccesso di offerta rispetto alla domanda e, quindi, ciò sta determinando una riduzione che si può definire fisiologica. Anche il nostro Ordine sta, dunque, registrando da qualche anno una progressiva diminuzione in percentuale dei neoiscritti rispetto ai periodi precedenti, con una flessione, dal 2020, del numero complessivo degli avvocati, così come si sta riducendo il numero dei praticanti. Fenomeno che si sta in realtà registrando sia nell’intero distretto, sia a livello nazionale, con dati ovviamente diversificati tra le varie regioni. Le cause sono forse riconducibili agli effetti del calo delle nascite in generale avutosi da una trentina di anni a questa parte, al minor numero dei laureati in giurisprudenza e, tra quest’ultimi, a quelli che vedono ancora nella professione forense un percorso lavorativo appagante». La fuga dalla professione non sembra riguardare il Foro di Alessandria. «Il passaggio al pubblico impiego – prosegue l’avvocato Ponzio - è al momento un fenomeno percentualmente troppo basso perché possa esprimere, nel nostro circondario, una tendenza ed essere oggetto di previsioni per gli anni futuri, anche perché il passaggio si è avuto comunque verso l’ordinamento giudiziario, per cui non è detto che possa riprodursi a fronte di concorsi nella Pubblica amministrazione. Non si può però ignorare il fatto che, in generale, tale scelta, peraltro quasi inconcepibile e comunque imprevedibile fino a pochi anni fa, possa trovare origine in disagi e difficoltà, non sempre economiche o soltanto tali, che non vanno sottovalutati». La rivisitazione della geografia giudiziaria di otto anni fa non ha risparmiato il circondario del Tribunale di Alessandria. È questo un altro tema sul quale si sofferma il presidente del Coa. «Le condizioni economicamente non floride del circondario, che, a seguito dell’accorpamento avvenuto nel 2013, comprende i territori, oltre che del precedente circondario alessandrino, di Acqui Terme, Nizza Monferrato e Tortona, e le non elevate prospettive di crescita senz’altro contribuiscono ad acuire i problemi. Sussistono nel contempo peculiarità positive, conseguenti al numero contenuto degli iscritti, ancorché il nostro Ordine si collochi al secondo posto, in termini numerici, nel distretto subalpino, che comprende il Piemonte e la Valle D’Aosta, che consente di preservare buoni rapporti tra i colleghi ed un’apprezzabile qualità, sotto ogni aspetto, della vita professionale». Far avvicinare la giustizia ai cittadini è un concetto che di sicuro può invertire la rotta rispetto alle scriteriate decisioni degli anni scorsi, quando molti Tribunali, da Nord a Sud, vennero soppressi. «È indubbio – conclude il presidente Ponzio - che l’accorpamento ha determinato per molti professionisti tempi di raggiungimento del capoluogo non brevi anche in conseguenza delle non floride condizioni dei trasporti e della viabilità stradale. Difficoltà e disagi si presentano senz’altro per i cittadini che devono raggiungere il Tribunale, specie in alcuni settori, come la volontaria giurisdizione, da Comuni periferici, anche montani, in alcuni casi molto lontani dai centri urbani. Potrebbero contribuire a rimuovere gli ostacoli gli “Sportelli di prossimità”, in corso di attuazione, d’intesa con la Regione Piemonte, nei Comuni di Acqui Terme e Tortona. Agevolerebbero l’accesso diretto dei cittadini ai servizi della volontaria giurisdizione».