Roma, 28 nov. (Adnkronos Salute) - "Abbiamo voluto andare un po oltre il nostro mestiere di portare le nuove terapie nei centri. Siamo andati un po in là. Dal 1978 conosciamo la sclerosi multipla e abbiamo scommesso sulle biotecnologie quando la farmaceutica era prettamente chimica e questo ha portato dei benefici clinici. La volontà è di collaborare al di là della nostra missione principale che, da affiliata di una multinazionale, è di portare valore sul territorio nazionale. Abbiamo lavorato a lungo in passato con le Istituzioni per la definizione di percorsi diagnostico terapeutici assistenziali (Pdta) e ci siamo resi conto, ben prima del Covid, che con 137mila malati e 220 centri, cera la necessità di avvicinarli al paziente", alla loro casa, "specie per una patologia che è paradigma di una malattia cronica ad alta complessità, che richiede trattamenti in acuto, ma anche al di fuori di ospedale e per ridurre anche le liste dattesa. Con il centro di Catania abbiamo iniziato questo progetto sul ruolo della telemedicina e della televisita". Lo ha detto Giuseppe Banfi, Amministratore delegato Biogen Italia, questa mattina a Roma, nel suo intervento allincontro relativo al progetto EcoSM (Ecosistema digitale di assistenza e monitoraggio del paziente con sclerosi multipla), realizzato grazie alla collaborazione tra la Società italiana di neurologia (Sin), lAssociazione italiana sclerosi multipla (Aism) e lazienda. La nostra parola doggi è beyond the pill ('oltre il farmaco') perchè la gestione delle patologie - spiega Banfi - è sempre più complessa per migliorare la qualità della vita di queste persone. Credo che lincontro di oggi sia un importante passo avanti nel percorso che abbiamo tracciato insieme e mi auguro che possa essere un utile catalizzatore del cambiamento in atto, verso un approccio sempre più personalizzato e di prossimità, in linea con i bisogni di chi vive ogni giorno con malattie neurologiche complesse - conclude - come la sclerosi multipla.