La Gran Bretagna è paralizzata dal più grande sciopero dei trasporti degli ultimi trent'anni. In tutte le stazioni inglesi campeggia il cartello con la scritta Strike. La mobilitazione è stata indetta dal maggior sindacato del settore, RMT, che ha incrociato le braccia ieri e lo farà, salvo novità, anche nelle giornate di venerdì e sabato prossimi. Tutto mentre il freddo continua a causare disagi in tutto il Regno Unito, la compagnia ferroviaria Network Rail sta esortando i passeggeri a viaggiare solo se assolutamente necessario, mentre le organizzazioni automobilistiche hanno invitato le persone a guidare solo se le condizioni lo consentono. I treni ieri (e durante le prossime mobilitazioni) infatti hanno circolato solo dalle 7.30 alle 18.30, con solo un servizio su cinque che ha funzionato, facendo sì che i pendolari dell'ora di punta affrontassero una battaglia per andare al lavoro. Anche se nell'opinione pubblica al momento sembra prevalere una simpatia per gli scioperanti. Gli scioperi hanno ragioni profonde, il paese infatti sta affrontando un'inflazione a due cifre con un pesante aumento del costo della vita e l'impennata dei prezzi dell'energia causati dalla guerra in Ucraina che rendono difficile per le persone sopravvivere finanziariamente. La situazione economica dunque ha innescato un'ondata di proteste su una scala che non si vedeva dal 1980. I lavoratori postali si asterranno dal lavoro per due giorni a partire da oggi, gli infermieri sciopereranno giovedì per la prima volta in 106 anni di storia del loro sindacato. Il personale della Forza di frontiera che controlla i passaporti nei principali aeroporti, tra cui Heathrow e Gatwick, sciopera a Natale. I ferrovieri, insieme ai conducenti di autobus, ai lavoratori autostradali e agli addetti ai bagagli aeroportuali, lottano per un adeguamento salariale al passo con il costo della vita, ma l'industria ferroviaria è sotto pressione per risparmiare denaro, dopo che la pandemia ha provocato pesanti perdite. Network Rail sta pianificando di tagliare 1.900 posti di lavoro introducendo cambiamenti nel modo in cui lavorano i suoi team di manutenzione, anche se insiste sul fatto che la maggior parte degli esuberi riguarderebbe persone che lascerebbero volontariamente il proprio impiego. La stessa compagnia ha avanzato un'offerta di un aumento salariale del 5% per quest'anno e del 4% per il 2023. I sindacati hanno definito la proposta come scadente e in grande maggioranza hanno votato per rispedirla al mittente. RMT ha anche rifiutato un accordo accordo con la Rail Delivery Group (RDG), che rappresenta le compagnie ferroviarie, la quale includeva un elevamento degli stipendi fino all'8% in due anni e la garanzia di nessun licenziamento fino all'aprile 2024. In cambio ha chiesto la chiusura delle biglietterie durante la domenica.