L’oppositore russo ed ex deputato comunale di Mosca, Ilya Yashin, è stato condannato dal tribunale della capitale russa a 8 anni e 6 mesi di reclusione in una colonia penale per aver diffuso informazioni «consapevolmente false» sulle azioni dell’esercito russo in Ucraina e, in particolare, sul massacro di Bucha. A Yashin sarà inoltre proibito amministrare siti web per 4 anni. Secondo la decisione del giudice, a Yashin verrà riconosciuto valido come parte della condanna il tempo trascorso in detenzione preventiva. Ogni giorno di detenzione dal suo arresto, il 13 luglio 2022, conterà come un giorno e mezzo di reclusione nella colonia penale. Yashin, ex deputato dell’assemblea del distretto Krasnoselsky di Mosca, arrestato lo scorso luglio, è uno dei pochi oppositori rimasti in Russia. Tra i più giovani e brillanti politici dell'opposizione, come scriveva qualche mese fa sul Dubbio Marina Ovsyannikova. Il reato di informazioni false sulle forze armate è stato introdotto nel codice penale russo, insieme a quello di discredito delle forze, poco dopo l’inizio dell’invasione dell’Ucraina. Yashin, secondo il giudice, ha «diffuso informazioni false, sapendo di farlo, motivato dall’odio politico», pur sapendo che la Russia opera «per mantenere la pace e la sicurezza» in Ucraina. «Fermate questa follia immediatamente», ha detto Yashin nella sua dichiarazione conclusiva, al termine del processo, riferendosi alla guerra contro l’Ucraina. I casi aperti per diffusione di notizie false sono 150, mentre quelli per discredito delle forze armate quasi 5mila. L’ex consigliere distrettuale a Mosca, Aleksei Gorinov, era stato condannato a sette anni prima di Yashin. A commentare la condanna è il leader dell’opposizione russa in prigione, Aleksei Navalny, che definisce il verdetto «spudorato e illegale». secondo In una serie di tweet, Navalny ha affermato di conoscere Yashin da quando era un adolescente e di essere «orgoglioso» del suo amico. «Conoscendolo da così tanto tempo, non mi preoccuperò nemmeno di scrivere qualcosa del tipo: "Resisti, Ilya". So perfettamente che ce la farà», scrive Navalny. «Un altro verdetto spudorato e illegale del tribunale di Putin non metterà a tacere Ilya e non dovrebbe intimidire il popolo onesto della Russia. Questo è un altro motivo per cui dobbiamo continuare a lottare e non ho dubbi che alla fine vinceremo», conclude il critico numero uno del Cremlino.