l ministero delle Imprese e del Made in Italy ha pubblicato, lo scorso 1° dicembre, un decreto direttoriale che introduce i principi guida della condotta da adottare da parte dei professionisti nominati dallo stesso ministero che svolgono incarichi in società fiduciarie e di revisione ai sensi del decreto legge 233/1986 (convertito con la legge 430/1986) e nelle società cooperative ex artt. 2545 terdecies, 2545 sexiesdecies, 2545 septiesdecies e 2545 octiesdecies del codice civile. Come chiarisce il decreto direttoriale del 1° dicembre, il Codice etico e di condotta costituisce la carta dei diritti e doveri morali per prevenire comportamenti irresponsabili o illeciti da parte di chi opera in nome e per conto del ministero.Attenzione: l’applicazione del Codice non si limita al professionista ma si estende anche ai consulenti, ai tecnici nonché ai collaboratori dei quali il professionista stesso, debitamente autorizzato, si avvale per lo svolgimento delle proprie funzioni.Come si legge nel decreto, il Codice entra in vigore con la pubblicazione sul sito istituzionale del ministero delle Imprese e del Made in Italy: i professionisti incaricati devono essere informati della sua vigenza.

Fiducia e collaborazione alla base del Codice etico 

La ratio di queste regole consiste nel far sì che l’attività dei professionisti incaricati sia improntata sui doveri di buona fede, lealtà, imparzialità e diligenza e sugli obblighi di riservatezza. Inoltre, deve essere conforme alla posizione di indipendenza nonché rispettosa dei compiti di garanzia connessi.Inoltre il professionista non può in alcun modo utilizzare per scopi personali (o per conseguire utilità, profitto o benefici privati) le informazioni di cui sia venuto a conoscenza a seguito dell’incarico ricevuto. Accettando l’incarico il professionista si impegna a rispettare il codice e a tenere una condotta ispirata ai principi di lealtà, imparzialità, integrità, onestà, trasparenza, competenza, indipendenza ed efficacia.Il comportamento del professionista deve essere tale da evitare ogni atto che violi o possa far ritenere violate le disposizioni di legge o di regolamento o contenute nel codice.I rapporti tra il professionista e l’Amministrazione conferente l’incarico sono improntati a fiducia e collaborazione.

Conflitto d’interessi: cosa dice il codice etico 

Ancora, il professionista ha il dovere di evitare situazioni in conflitto d’interessi con l’incarico attribuito: nell’ipotesi in cui emergano interessi (non solo di natura economica) che coinvolgono il coniuge, i parenti entro il quarto grado, gli affini entro il secondo grado o i soggetti conviventi, il professionista è tenuto a informare tempestivamente l’Amministrazione.Inoltre, deve astenersi dal partecipare ad attività o decisioni che possano generare conflitto o minare l’integrità del rapporto fiduciario con l’Amministrazione che ha conferito l’incarico.Il vincolo permane anche nel caso in cui il professionista sia cessato dall’incarico finché non si concluda la procedura.Il professionista, unitamente ai propri dipendenti e collaboratori, si impegna nella comunicazione verbale e scritta rivolta a qualunque destinatario ad utilizzare un linguaggio chiaro, comprensibile e riguardoso del ruolo ricoperto.