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Prima è stata la volta dello scandalo (con tanto di accuse reciproche e di cause legali) sul reale numero degli utenti, poi è toccato al pasticcio dei licenziamenti di massa (in parte reintegrati con tanto di scuse), agli uffici trasformati in dormitorio e infine ora ai «Twitter files». Che il matrimonio tra Elon Musk e Twitter non sarebbe stato semplice e indolore era chiaro fin da subito. Ora però la twitter-story si arricchisce di dettagli che potrebbero far cambiare radicalmente il modo in cui gli utenti guardano a quello che è indubbiamente uno dei social network più potenti. Le rivelazioni del New York Times, le ultime in ordine di tempo arrivate nella notte, svelano un fitto e per nulla trasparente intreccio tra politica e istituzioni e il social media. La giornalista Bari Weiss, con la «benedizione» del nuovo Ceo di Twitter, ha infatti postato un lungo «thread» in cui si dimostra l’esistenza in passato di un team di dipendenti di Twitter il cui scopo era «costruire liste nere, impedire ai tweet sfavorevoli di diventare di tendenza e limitare la visibilità di interi account o addirittura di argomenti di tendenza». «Il tutto - prosegue il post retwittato dallo stesso Musk - in segreto, senza informare gli utenti».
Nel frattempo gli addetti alle pulizie presso la sede di Twitter a San Francisco sono stati licenziati senza ricevere alcuna indennità. Lo hanno detto gli stessi ex impiegati alla Bbc, aggiungendo che il loro lavoro sarà sostituito da robot. Un senatore dello stato della California ha commentato che Musk sta trattando l’ex staff «come spazzatura». Mentre lo stesso Ceo di Twitter annuncia che la piattaforma social cancellerà i nomi di 1,5 miliardi di account. «Twitter inizierà presto a liberare spazio dei nomi di 1,5 miliardi di account», scrive aggiungendo poi che «queste sono ovvie cancellazioni di account senza tweet e senza accesso per anni».