Stupri, abusi e brutalità nelle piazze e nelle carceri iraniane sui protagonisti della rivolta innescata dalla morte di Mahsa Amini. I gruppi per i diritti umani stimano che almeno 326 persone siano state uccise e circa 14.000 arrestate da quando è partito il movimento e ora la Cnn, in un lungo reportage, raccoglie «testimonianze che descrivono un terrificante modello di brutalità da parte del regime in cui la violenza sessuale e lo stupro vengono utilizzati per sopprimere, demoralizzare e in alcuni casi ricattare i manifestanti». Una donna curdo-iraniana, che la Cnn chiama Hana per la sua sicurezza, afferma di aver assistito e subito violenze sessuali mentre era detenuta. «C’erano ragazze che sono state aggredite sessualmente e poi trasferite in altre città - ha detto - Hanno paura di parlare di queste cose». Nelle ultime settimane sono emersi video sui social media che mostrano presumibilmente le forze di sicurezza iraniane che aggrediscono sessualmente le manifestanti per le strade e sono cominciate ad emergere segnalazioni di violenze sessuali contro attivisti nelle carceri.

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Con l’accesso ai media all’interno dell’Iran fortemente limitato, la Cnn si è recata nella regione vicino al confine iracheno con l’Iran, intervistando testimoni oculari che avevano lasciato il paese e verificando i resoconti dei sopravvissuti e sentendo fonti sia all’interno che all’esterno dell’Iran. La Cnn ha potuto trovare conferma di diversi stupri tra i manifestanti, tra cui anche quello di un minorenne. Almeno uno di questi ha causato gravi lesioni. In alcuni dei casi scoperti, l’aggressione sessuale è stata filmata e utilizzata per indurre i manifestanti al silenzio, secondo fonti che hanno parlato con le vittime. I funzionari iraniani non hanno ancora risposto alla richiesta della Cnn di commentare gli abusi denunciati in questo rapporto.