Secondo i dati, ancora parziali, del Viminale alle 19 l’affluenza alle urne per il rinnovo della Camera è sopra il 51%. Alle 12 l’affluenza alle urne per il rinnovo della Camera era sopra il 19%. Per il Senato è previsto solo il dato finale, alle 23. Alle scorse elezioni politiche, nel 2018, alla stessa ora di domenica aveva votato il 19,24% degli aventi diritto. In realtà a Roma e Milano l’affluenza è in leggera crescita rispetto al 2018. Ma comunque per molti il responsabile delle code è il "tagliandino". Come già nel 2018, infatti, le schede sono dotate di una linguetta di carta antifrode, su cui è stampato un numero progressivo. L’elettore dopo aver votato, deve restituire la scheda agli scrutatori che devono poi controllare che il numero corrisponda a quello annotato alla consegna della scheda. Fatto questo la scheda può finalmente trovare riposo nell’urna. Si tratta di un’operazione di circa un minuto per ogni elettore, che quindi rallenta un po' le operazioni di voto ma garantisce contro i brogli.

I leader al voto

Il primo a votare è stato Sergio Mattarella, che poco dopo le otto e mezzo si è recato nel suo seggio di Palermo. Il Presidente della Repubblica, dopo avere espresso il proprio voto, ha stretto la mano al presidente di seggio e ha lasciato la scuola media Piazzi, senza rilasciare dichiarazioni. La gente in coda per votare ha rivolto garbatamente un saluto al capo dello stato. Voto rinviato in serata invece per Giorgia Meloni: la ressa di fotografi e cronisti che la attendevano al seggio romano di via Beata Vergine del Carmelo a Roma ha spinto la leader di Fratelli d’Italia a rimandare il suo voto dopo le 22, rispetto alle 11 previste, per consentire agli elettori del suo seggio un voto sereno. Ok con il pollice alzato all’uscita dal seggio e foto con alcuni elettori per Enrico Letta. Il segretario Pd è andato a votare stamattina nel suo quartiere a Testaccio a Roma ma non ha rotto il silenzio elettorale. Fuori dalla porta del seggio alcuni elettori lo hanno aspettato e gli hanno chiesto di fare un selfie. «Ciao, buona domenica» ha detto il segretario Pd ai fotografi che lo attendevano. Poi ha postato una foto con la scritta «Buon voto!» sui suoi profili social. Poco dopo le nove, ma a Milano, ha votato Matteo Salvini. Il leader del Carroccio ha risposto a lungo ai giornalisti che lo aspettavano: «Conto che la Lega sia una forza parlamentare sul podio: prima, seconda o terza al massimo». «Da domani basta chiacchiere e dagli impegni si passa ai fatti, noi abbiamo le idee chiare. Quando gli italiani votano il voto è sacro», ha aggiunto. E a chi gli chiedeva se il quarto posto sarebbe una sconfitta, Salvini ha replicato: «Gioco per vincere, non per partecipare». «La cosa bella - ha aggiunto - è che se gli italiani sceglieranno Lega e centrodestra, per 5 anni il governo non cambia, il primo ministro e i ministri, partiti e alleanze. Si tira dritto per 5 anni, perchè gli ultimi anni sono stati complicati». Quanto alla squadra di governo «in testa ce l’ho ma prima è importante che gli italiani votino e votino in tanti». Carlo Calenda ha votato al suo seggio di via del Lavatore 38 a Roma. «Votate, votate liberamente, senza condizionamenti e senza paure. L’Italia è sempre più forte di chi la vuole debole» ha poi scritto il leader di Azione e del terzo polo. «Come vuoi che la passi? Angosciato! No, la passerò con mia moglie Violante e i figli» ha poi risposto ai giornalisti che lo aspettavano davanti al seggio. Voto a Firenze con la moglie Agnese per Matteo Renzi. «Noi abbiamo votato. Fatelo anche voi, qualunque sia la vostra opinione politica. La democrazia si alimenta con l’impegno di tutti. Viva la Repubblica, viva l’Italia, 25 settembre» ha poi scritto su twitter il leader di Italia viva. «Mi sembrava che ci fosse parecchia affluenza. Quindi vuol dire che la democrazia funziona» ha detto Romano Prodi dopo aver votato, in centro a Bologna, al liceo Galvani di via Castiglione. Una sensazione confermata dai primi dati sui partecipanti al voto, che terminerà alle 23.