La Procura di Piacenza ha aperto un fascicolo a carico di ignoti per il reato di "diffusione senza consenso di materiale riproducente atti sessuali" in relazione al video dello stupro di Piacenza diffuso da alcune testate giornalistiche, siti e dal profilo Facebook di Giorgia Meloni. Sono in corso accertamenti della Questura e della Polizia Postale. «Sono disperata, mi hanno riconosciuta da quel video», avrebbe riferito la vittima agli inquirenti nellambito dellindagine sulla violenza subita per strada nella città emiliana. La donna vive e lavora in Italia da diversi anni. «Vittima due volte. I pm indagano per revenge porn. GiorgiaMeloni dica che ha sbagliato e chieda scusa. E poi mi appello a tutti: non accada più», commenta su Twitter la senatrice del Pd Valeria Valente, presidente della Commissione Femminicidio, candidata al Senato in Campania. Dopo la bufera politica scatenata dal post di Meloni, anche il Garante per la protezione dei dati personali «ha avviato unistruttoria per accertare eventuali responsabilità da parte dei soggetti che a vario titolo e per finalità diverse vi hanno proceduto e avverte tutti i titolari del trattamento a verificare la sussistenza di idonee basi giuridiche legittimanti tale diffusione». Mentre entrambe le piattaforme social, Twitter e Facebook, hanno rimosso le immagini, perché hanno rivenuto una violazione delle regole.