Allarme personale negli uffici della Procura di Piacenza che resteranno chiusi al pubblico per quasi lintero mese di agosto. Cittadini e avvocati non possono usufruire in questi giorni del front office e della visualizzazione dei procedimenti. Gli uffici del dibattimento e del Giudice di pace saranno inoltre sbarrati fino al 26 agosto. Lo stop alle attività deriva da un ordine di servizio della fine dello scorso mese di luglio a firma della Procuratrice Grazia Pradella, che in tanti ricordano per il suo instancabile impegno come pm a Milano nellinchiesta e nel processo sulla strage di piazza Fontana. La misura organizzativa conferma i disagi e le difficoltà che si registrano da Nord a Sud a causa della mancanza di personale. A Piacenza gli avvocati sono molto preoccupati. Oltre a veder compresso il diritto di difesa, che impedisce laccesso ai fascicoli, temono che la carenza di risorse umane, che di fatto ostacola il buon andamento della pubblica amministrazione, possa far emergere con ancora più dirompenza i suoi effetti al temine del periodo estivo con un lungo blocco delle attività. La Camera penale, presieduta da Elena Del Forno, ha proclamato lo stato di agitazione e non esclude lastensione dalle udienze se non verrà trovata una soluzione concreta, che significa in buona sostanza mandare più personale nella città emiliana. A seguito della decisione degli avvocati piacentini di proclamare lo stato di agitazione la Procuratrice ha risposto alla Camera penale in maniera sconsolata; ha ammesso le difficoltà oggettive «reiterando il proprio rammarico per la situazione in atto». Gli uffici restano chiusi con una motivazione tanto chiara quanto sconfortante. La Procuratrice Grazia Pradella ha affermato di «non poter revocare il proprio provvedimento, non avendo personale a disposizione». Dal ministero della Giustizia per il momento nessuna risposta, dopo le numerose sollecitazioni giunte dalla Camera penale. «Purtroppo dice al Dubbio lavvocata Elena Del Forno quanto stiamo affrontando a Piacenza è oggettivamente insostenibile. Le istituzioni, tutte sensibilizzate, sono rimaste ad oggi silenti, nonostante il problema della carenza di personale sia stato fatto conoscere già molti mesi fa. La misura organizzativa, che ha disposto la chiusura temporanea degli uffici, è qualcosa di straordinario. È stato inevitabile proclamare lo stato di agitazione. Già dallottobre del 2021 avevamo iniziato a sollevare a livello regionale la questione della carenza del personale, riguardante gli amministrativi e i magistrati». La Camera penale ha segnalato i disagi che vivono gli avvocati e i cittadini anche alla ministra Cartabia e al Consiglio superiore della magistratura. «La situazione di Piacenza evidenzia Del Forno - è quella più grave in Emilia Romagna. In pratica negli uffici giudiziari è in servizio la metà del personale previsto sulla carta. A maggio la Camera penale ha posto allattenzione del ministero della Giustizia e del Csm lassenza di ben tre profili professionali quali assistente, cancelliere e direttore. Nel giro di poco tempo saremo costretti a fare i conti con un dimezzamento della pianta organica. Su trentuno persone risulteranno in servizio, per trasferimenti e pensionamenti, solo quindici unità, peraltro non corrispondenti alle figure professionali maggiormente in sofferenza. Una situazione critica che subirà un aggravamento con il rischio di non poter neppure assicurare con le restanti risorse le attività urgenti». Il rammarico più grande della presidente della Camera penale di Piacenza è quello di non essere stati fino ad oggi ascoltati. «Abbiamo scritto a tutte le istituzioni aggiunge ma nessun riscontro è finora giunto. La proclamazione dello stato di agitazione è stata valutata anche nellottica di trovare delle soluzioni operative. Il Procuratore generale, Lucia Musti, ha dichiarato la sua vicinanza. Grande solidarietà è giunta dal coordinamento regionale delle Camere penali dellEmilia Romagna. Da un lato, quindi, il silenzio di via Arenula, dallaltro il provvedimento anomalo della Procuratrice Pradella. Lauspicio è che ognuno faccia la propria parte per porre fine a quanto sta accadendo e che le soluzioni per risolvere il problema del personale non siano dei palliativi. Il momento non è dei più fortunati anche per quanto sta accadendo a livello nazionale, ma chiediamo risposte adeguate. A settembre valuteremo di proclamare lastensione». Il presidente del Coa di Piacenza, Giovanni Giuffrida, parla di situazione grave che va affrontata con un confronto costruttivo tra tutti i protagonisti della giurisdizione. «Quando la coperta è corta si arriva a questo», afferma. «Temo aggiunge il presidente Giuffrida che i problemi maggiori si vedranno a settembre, alla ripresa delle attività degli uffici. Temo, inoltre, che tali problemi possano cronicizzarsi. Tra laltro non mi sembra che il ministero stia dando segnali a fronte delle sollecitazioni che provengono dallavvocatura piacentina. Occorre lavorare per una soluzione che sia condivisa e di tipo collaborativo. Vorrei confrontarmi con la dottoressa Pradella e capire bene come si potrà intervenire. La chiusura a rotazione degli uffici, nel mese di agosto, può essere il male minore. Ma da settembre abbiamo bisogno di una soluzione più coordinata, rivedendo, magari, gli orari, i giorni di apertura o le rotazioni fra i vari uffici».