Ora o chissà quando. Sarebbe un gravissimo errore prendersela con Orbàn che paralizza l’Ue a suo piacere, rispettando ( non lo si dimentichi mai) le regole attualmente ufficiali nella comunità europea. Bisogna ringraziarlo il capo dell’Ungheria, invece di polemizzarci.

Coi suoi ricatti mette a nudo e rende evidenti i limiti insopportabili e suicidi del Vecchio continente. Quelli che vanno cancellati rapidamente se si vuole impedire ( dopo i disastri di due atroci guerre mondiali costate decine e decine di milioni di morti) che l’Europa diventi sempre più e soltanto un’espressione geografica, nonostante continui ad essere un vivaio di democrazie, culture, sensibilità e competenze utili e necessarie al resto del mondo.

Eliminati i dettagli pro e contro e tutti gli altri bizantinisni, il problema è perfino troppo semplice: una comunità che sfiora il mezzo miliardo di esseri umani non può venire bloccata da una comunità di dieci milioni circa di persone, perché tanti sono i cittadini ungheresi che hanno liberamente scelto di farsi governare da Orbàn.

Accade perché il vincolo dell’unanimità, per qualsiasi decisione che deve assumere l’Ue, consente a chiunque di tenere sotto ricatto tutti gli altri europei e impedisce alla maggioranza dei suoi cittadini di stabilire come affrontare e risolvere i problemi con la rapidità necessaria nel nostro presente storico. La regola dell’unanimità per qualsiasi decisione è stata corretta e necessaria fin quando l’ampiezza dell’Ue era tale da consentire eventuali vantaggi nazionali con l’accordo di pochissimi paesi di grande dimensione contro tutti gli altri. Ma non è più così. L’unanimità dei governi per qualsiasi decisione, valutata sul numero delle nazioni e non su quello dei cittadini, più che una garanzia a difesa dei piccoli paesi, ora che di paesi ce ne sono 27, è uno strumento di ricatto che rallenta l’intera comunità. Può perfino consentire a un governo furbo bloccare la comunità nell’interesse di paesi estranei all’Europa.

Orbàn chiarisce e rende evidente un meccanismo che rende impotente una grande comunità con un passato di forza determinante nei processi politici mondiali che ormai riesce al massimo a testimoniare buona volontà. Una clausola – l’unanimità che spinge e consente di lucrare piccoli vantaggi grazie a condizionamenti e ricatti che producono paralisi e, in ogni caso, rendono più difficile, lento e complesso il raggiungimento di qualsiasi obiettivo.

L’Europa deve approfittare della furbizia di Orbàn che col suo veto punta a non pagar pegno per inadempienze grossolane perfino rispetto a diritti che spettano a tutti i cittadini europei dell’Ue ( a partire da quelli ungheresi) e sui quali Orbàn ha apertissimo un contenzioso con la stragrande maggioranza del resto d’Europa.

Una grande comunità non può vivere con la regola dell’unanimità. Bisogna utilizzare l’attuale pretesa di Orbàn e cancellare il criterio dell’unanimità. Tocca alle nazioni più popolose Germania, Francia, Italia, Spagna – assumersi la responsabilità immediata della cancellazione di quel vincolo pernicioso promuovendo il criterio delle decisioni a maggioranza, cioè valide quando approvate da un numero di governi che insieme rappresentano la maggioranza assoluta del mezzo miliardo circa dei cittadini che fanno parte dell’Ue.

E’ da tempo che questa necessità è in discussione. Rinviarla ancora potrebbe significare far saltare in aria l’Europa. Spazzare, chissà per quanto ancora, i sogni che nel 1941 un gruppetto striminzito abbozzò a Ventotene nel nome di tutti gli altri europei.